Fuori le anguille dai menu, non solo natalizi
Ce specimen d'anguille d'Europe a été capturé lors de la campagne scientifique NURSE 2019. L'anguille d'Europe est un poisson reconnaissable à son corps serpentiforme, allant jusqu'à 1m de longueur. Ce poisson a pour spécificité de vivre en mer comme en eau douce.  L'anguille est parfois confondue avec le congre commun (Conger conger), d'autant plus que celui-ci vit dans la même zone géographique. On peut les différencier notamment grâce à leurs tailles (jusqu'à 3m pour le congre) et l'habitat uniquement maritime pour le congre.

Le anguille sono pesci d’acqua dolce che popolano i fiumi, i laghi e i mari di tutto il mondo. Tuttavia, a causa delle nostre azioni irresponsabili, sono a rischio estinzione. Le anguille sono considerate un alimento prelibato in molte culture e vengono pescate in grandi quantità per soddisfare la domanda, in particolar modo nel nostro Paese durante le festività natalizie e di capodanno. Questo sfruttamento eccessivo ha portato a una diminuzione drastica delle popolazioni di anguille in tutto il mondo.

Le specie più colpite sono l’anguilla europea e l’anguilla americana, ma anche altre specie sono in pericolo. Oltre alla pesca eccessiva, le anguille sono minacciate anche dalla distruzione degli habitat naturali, dall’inquinamento dei mari e dei fiumi e dalla presenza di barriere come dighe e sbarramenti che impediscono loro di raggiungere le aree di riproduzione. L’allarme sulla diminuzione delle anguille europee e il loro stato di pericolo critico, sottolineando la responsabilità dell’essere umano nel consumo eccessivo e nella pesca indiscriminata. Un allarme simile a quello delle balene, che suggerisce una moratoria internazionale per la salvaguardia di questa specie di pesce.

Anche l’associazione Ethic Ocean, impegnata da tempo nella tutela degli ecosistemi marini, conferma il drastico declino dell’anguilla europea negli ultimi 30 anni e invita tutti a riflettere sulla possibilità di rinunciare ai piatti a base di anguilla, tradizionali in molte regioni del Sud Italia, per contribuire alla protezione di questa specie. L’anguilla più nota è l’anguilla europea, una specie di pesce che vive in acque dolci, ma si sposta in mare per riprodursi. Durante questa migrazione, gli adulti muoiono e le larve, chiamate leptocefali, intraprendono un lungo viaggio di diversi anni che li porterà alle acque dolci europee. Qui, diventeranno anguille gialle e poi argentine, prima di riprendere il viaggio riproduttivo verso il Mar dei Sargassi. Tuttavia, le anguille sono spesso pescate e predate, il che ha un impatto negativo sulle loro popolazioni. Inoltre, molti esemplari finiscono negli allevamenti, dove non sono in grado di riprodursi.

Questo ciclo di pesca e allevamento ha portato a una diminuzione delle popolazioni di anguilla. Tuttavia, non è ancora certo se questo trend negativo sia irreversibile. Nel 2007, l’Unione europea ha introdotto un regolamento per proteggere e favorire lo sviluppo sostenibile del pesce anguilla europeo nelle acque comunitarie. Il regolamento richiedeva che i singoli Stati membri elaborassero piani di gestione per ridurre la mortalità antropogenica dell’anguilla consentendo il passaggio in mare di almeno il 40% degli esemplari adulti. Tale obiettivo era a lungo termine e si basava sulla stima più alta di migrazione che avrebbe avuto luogo senza l’influenza delle attività umane sullo stock di anguille. Stiamo parlando di azioni significative se tutti i paesi membri dell’Unione Europea attuassero le misure prescritte nel 2007 per la protezione dell’anguilla europea.

L’Italia ha infatti vietato la pesca di questa specie sia a scopo professionale che sportivo in tutte le regioni per tutto il 2023, ma ha permesso la commercializzazione dal 1° luglio 2023 fino al 20 gennaio 2024. Questa decisione potrebbe compromettere il divieto stabilito in Europa e incoraggiare la pesca illegale. L’unico provvedimento efficace al momento sarebbe un divieto totale di pesca e commercializzazione dell’anguilla italiana. Inoltre, è necessario implementare un programma di monitoraggio accurato degli stock sia in mare che nelle acque dolci. La situazione attuale riguardante la gestione e la protezione delle anguille, invece, in Italia è varia da Regione a Regione. Mentre alcune Regioni, come la Lombardia, il Veneto, il Friuli, l’Emilia-Romagna e la Sardegna, hanno aderito al piano di gestione delle anguille, altre Regioni come la Calabria, il Piemonte, la Liguria, le Marche, l’Abruzzo, il Molise, la Campania e la Basilicata sono stati meno efficaci nel fornire una risposta adeguata.

Per questa ragione, il ministro dell’Agricoltura ha emanato un decreto che vieta la pesca delle anguille europee nelle regioni che non aderiscono al piano nazionale e limita la pesca anche nelle regioni che hanno aderito solo parzialmente. Tuttavia, secondo Venera Ferrito, la Presidente del corso di studio in Scienze Ambientali e Naturali all’Università di Catania, è necessario un piano di gestione condiviso a livello europeo per consentire il ripopolamento delle anguille e promuovere lo sviluppo dell’acquacoltura. Infatti, diverse voci, tra cui chef stellati, hanno denunciato il declino demografico della specie e si sono opposti all’inclusione delle anguille nei menù natalizi.

Alcuni dei più rinomati chef del mondo hanno lanciato un appello per bandire l’anguilla dalle cucine. La Ong Ethic Ocean ha sollevato l’allarme sul futuro dell’anguilla, affermando che è a rischio di estinzione. I membri del World Culinary Council di Relais & Châteaux hanno votato per eliminare l’anguilla dai loro menu e hanno invitato altri hotel e ristoranti ad aderire alla stessa iniziativa. Gli chef chiedono anche alle autorità di ascoltare gli appelli degli scienziati che chiedono di sospendere la pesca dell’anguilla europea, una specie di pesce che è in pericolo di estinzione e figura nella lista rossa delle specie a rischio stilata dall’IUCN.

Negli ultimi 20 anni, gli scienziati europei hanno evidenziato i fattori che contribuiscono alla possibile scomparsa di questa specie, arrivando a chiedere la sospensione della pesca. Come risposta a questa situazione, 21 Chef appartenenti al World Culinary Council di Relais & Châteaux si sono uniti a Ethic Ocean per chiedere ai ministri dell’Unione Europea di prendere le misure necessarie per salvare l’anguilla europea. La specie affronta diverse sfide, tra cui l’inquinamento idrico, la distruzione dell’habitat e la pesca illegale. Gli Chef si impegnano ad eliminare l’anguilla dai propri menù e a sensibilizzare il pubblico su questa specie minacciata, al fine di preservare la biodiversità e consentire alle future generazioni di continuare a consumare questo animale. 

Se quindi la maggior parte degli Chaf sostiene la salvaguardia delle anguille per tutelare la propria attività e poter riproporre il piatto in futuro, chi scrive prende le distanze da questo fine e intende fare riflettere su questi temi, per comprendere l’importanza di preservare gli ecosistemi collegati all’anguilla. Insomma, il tempo per agire è adesso, non lasciamo che le anguille scompaiano per sempre. Al contrario, proteggiamole e garantiamo un futuro migliore per loro, cominciando a proporre una legge nazionale che vieti completamente di cibarsi di questo animale, non soltanto durante le festività natalizie.

Sara Spiniello

Sara Spiniello
Sono una ragazza solare e piena di energia, sempre pronta a sorridere e a diffondere positività. Sono profondamente innamorata degli animali e della natura, e cerco sempre di proteggerli e di prendermi cura di loro nel miglior modo possibile. Passare del tempo all'aria aperta, immersa nella natura ad ammirare la bellezza di ogni piccolo dettaglio che il mondo naturale ha da offrire mi fa sentire viva e mi infonde la tranquillità di cui ho bisogno nella frenesia della vita quotidiana. La tutela dell'ambiente è una delle mie priorità, e cerco di fare la mia parte nel ridurre l'impatto negativo sull'ecosistema. Sono attenta al riciclo, cerco di ridurre l'uso di plastica monouso e promuovo soluzioni sostenibili nella mia vita quotidiana. Da anni mi dedico al volontariato animalista, perché credo che aiutare sia una delle cose più gratificanti che si possano fare. Nel frattempo, lavoro anche presso uno studio legale e scrivo per questa redazione!

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