E sono cinquantuno. Lewis Hamilton ha vinto il Gran Premio del Messico, sull’Autodromo Hermanos Rodriguez a Città del Messico. Sul podio anche Nico Rosberg, che mantiene il primato nel mondiale sul compagno di squadra, e Sebastian Vettel (con quest’ultimo protagonista di un singolare siparietto con Max Verstappen). Un compito obbligato e non così irrealizzabile, d’altronde, portarsi sul gradino più alto del podio, quando a sole due gare dal termine della stagione (e ritrovata la giusta calma e determinazione) a Lewis Hamilton non resta altro che vincerle tutte e aggrapparsi alla buona sorte. Sono diciannove le lunghezze che lo separano da Rosberg, a cui a questo punto basterebbero un secondo e un terzo posto per laurearsi ufficialmente campione del mondo.
Un primo passo lo ha fatto proprio in Messico, mettendo a bottino un secondo posto che, visto Verstappen, non pareva così al sicuro.
Alla partenza scattano bene tutti nelle prime posizioni, tranne per un lungo di Hamilton alla prima curva (e Rosberg che per poco non ne approfitta), che taglia la chicane e mantiene la leadership. Dietro Raikkonen sopravanza Hulkenberg e Sebastian Vettel si fa sfilare da una Williams. Nelle retrovie va subito fuori dai giochi la Manor di Wehrlein, che causa l’ingresso della Safety Car e i primi pit stop. Iniziano così a delinearsi le strategie, che variano molto da pilota a pilota a seconda delle mescole montate in partenza.
Va per la maggiore la scelta di montare la gomma bianca (quella più dura), che nelle libere ha dato chiari segnali di poter durare per molto, forse fino in fondo alla gara. Tra chi la rischia fin dal secondo giro (come Ricciardo) e chi invece resiste finché il degrado non è abbastanza, a metà gara quasi tutte le monoposto hanno la spalla bianca sulle gomme. Al giro 20 va dentro anche la seconda delle due Mercedes, e il comando della gara passa a Sebastian Vettel, che si dimostra abile nell’allungare la vita dei propri pneumatici Soft e a non dare per scontato che la mescola bianca possa durare fino alla fine. Intanto, grazie ai pit stop le due Ferrari scalano una posizione ai danni di Hulkenberg e si piazzano in quinta e sesta posizione dietro le coppie Mercedes e Red Bull.
Nelle prime posizioni si mantiene un gran ritmo, che non ha però un solo riscontro in Hamilton e in Rosberg, quanto nella Ferrari di Sebastian Vettel – che è in gran spolvero e mette pressa al compagno di squadra che lo precede.
La seconda metà di gara fa divertire a partire dal duello spossante che occupa Sergio Perez su Felipe Massa per la nona posizione fino ad arrivare al pazzesco traversone di Verstappen che per poco non martirizza Nico Rosberg e il suo mondiale. Alquanto sconsiderato, ma divertente e spericolato come poche cose ormai nella Formula Uno odierna. Non meno sconsiderato, però, dell’episodio che lo ha messo per l’ennesima volta sulle bocche di tutti, a partire da quella di Sebastian Vettel che, a poco più di tre giri dalla fine, lo bracca per la terza posizione, lo infila portandolo lungo costringendolo al taglio della chicane, senza che la posizione gli sia restituita. A vincere nel frattempo va Lewis Hamilton (che fa 51 e raggiunge Alain Prost per numero di vittorie) con Verstappen che continua a star davanti alla Ferrari di Vettel nonostante dal muretto gli intimino di farsi da parte (la reazione di Vettel).
Arriverà solo più tardi, a pochi minuti dalla festa del podio, l’ufficialità dei 5 secondi di penalità inflitti all’olandese, che lo relegano a questo punto addirittura in quinta posizione (anche dietro Ricciardo) e portano Sebastian Vettel a premi. E’ solo a notte inoltrata (ora italiana), poi, che arriverà la penalizzazione anche per Vettel, punito per troppa aggressività nel contatto che lo ha difeso da Ricciardo. Dieci secondi sul tempo finale per il tedesco, che così, dopo aver corso e gioito per il podio, s’è trovato relegato in quinta piazza. Terzo posto dunque a chi tra i due litiganti ha goduto, e giù dal podio ci va tutta la credibilità che a sprazzi dimostra di (non) avere più questo sport.
E Vettel in un solo weekend ha chiamato idiota Alonso, stupido Massa, ha mandato a quel paese Whiting, fatto gestacci a Verstappen, è tornato sul podio con grande stile e ne è sceso ancora meglio.
F1 GP Messico – Tempi e risultati Gara
1 | Lewis Hamilton | Mercedes | 71 | 1h40m31.402s |
2 | Nico Rosberg | Mercedes | 71 | 8.354s |
3 | Daniel Ricciardo | Red Bull/Renault | 71 | 17.313s |
4 | Max Verstappen | Red Bull/Renault | 71 | 20.858s |
5 | Sebastian Vettel | Ferrari | 71 | 21.323s |
6 | Kimi Raikkonen | Ferrari | 71 | 49.376s |
7 | Nico Hulkenberg | Force India/Mercedes | 71 | 58.891s |
8 | Valtteri Bottas | Williams/Mercedes | 71 | 1m05.612s |
9 | Felipe Massa | Williams/Mercedes | 71 | 1m16.206s |
10 | Sergio Perez | Force India/Mercedes | 71 | 1m16.798s |
11 | Marcus Ericsson | Sauber/Ferrari | 70 | 1 Giro |
12 | Jenson Button | McLaren/Honda | 70 | 1 Giro |
13 | Fernando Alonso | McLaren/Honda | 70 | 1 Giro |
14 | Jolyon Palmer | Renault | 70 | 1 Giro |
15 | Felipe Nasr | Sauber/Ferrari | 70 | 1 Giro |
16 | Carlos Sainz | Toro Rosso/Ferrari | 70 | 1 Giro |
17 | Kevin Magnussen | Renault | 70 | 1 Giro |
18 | Daniil Kvyat | Toro Rosso/Ferrari | 70 | 1 Giro |
19 | Esteban Gutierrez | Haas/Ferrari | 70 | 1 Giro |
20 | Romain Grosjean | Haas/Ferrari | 70 | 1 Giro |
21 | Esteban Ocon | Manor/Mercedes | 69 | 2 Giri |
– | Pascal Wehrlein | Manor/Mercedes | 0 | DNF |
Nicola Puca
Fonte immagine in evidenza: f1grandprix.com