Arrivano dall’ISTAT le notizie circa un aumento della disoccupazione. I disoccupati contati a settembre sono 3 milioni 236 mila, in aumento dell 1.5% rispetto ad agosto, e dell’1.8% su basa annua(+60 mila). Il tasso di disoccupazione raggiunge il 12.6%, restando così su livelli record già sfiorati più volte durante quest’anno. Accanto a questi dati, si registra anche una timida crescita del tasso di occupazione, che è pari al 55.9%, in crescita di 0.2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0.5 punti percentuali rispetto a settembre 2013. Sembra, così, che l’offerta di lavoro stia lentamente tornando a crescere.

Nonostante i dati allarmanti sulla disoccupazione, dunque, si possono leggere tra le righe piccoli segnali di una lenta ripresa. L’ISTAT spiega che l’aumento rilevato nello stesso periodo sia degli occupati che dei disoccupati è stato possibile grazie all’aumento della partecipazione al mercato del lavoro e al calo delle persone inattive.

Analizzando meglio la situazione, si osserva come a settembre 2014 si registra il livello più alto di occupati da maggio 2013: 22 milioni e 457 mila. In calo dello 0.9% rispetto al mese precedente (e del 2.1% rispetto a settembre 2013) anche il numero degli individui inattivi (senza lavoro, né in cerca di occupazione) tra i 15 e i 64 anni. Di conseguenza, il tasso di inattività è pari al 35.9%, in calo di 0.3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0.7 punti su base annua: in termini assoluti si tratta di 14,1 milioni che né lavorano, né lo cercano.

Ponendo i dati sotto una questione di genere, si nota come -in termini tendenziali- il numero di disoccupati cala per gli uomini (-1.0%), mentre cresce per le donne (+5.7%), mentre, per quanto concerne l’inattività in un confronto congiunturale, questa diminuisce sia tra gli uomini (-1.3%) sia tra le donne (-0.7%). Se la stessa inattività la si analizza su base annua, si rileva una diminuzione del numero di inattivi sia per la componente maschile (-2.6%) sia per quella femminile (-1.9%).

Tra i dati positivi si registra anche il calo della disoccupazione giovanile che, pur conservando il primato tra le più alte d’Europa, scende al 42.9% (698 mila i giovani senza lavoro), in diminuzione di 0.8 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in crescita di 1.9 punti nei dodici mesi. Si ricorda che dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi.

L’incidenza dei giovani tra 15 e 24 anni che risultano essere disoccupati sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 11.7% (che equivale a dire che più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è in calo nell’ultimo mese (-0.1 punti percentuali) mentre aumenta di 0.6 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Morena Grasso

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