Lo scorso 8 maggio ci ha lasciato Giovanna Marini, cantautrice, attivista culturale e insegnante. Marini ha saputo mettere in musica molti avvenimenti del secolo scorso e salvare dall’oblio numerosi canti della tradizione popolare, grazie alla sua immensa passione per la musica, la sua chitarra… E il suo registratore.
Chi era Giovanna Marini
Nata a Roma nel 1937, Giovanna Salviucci Marini dimostrò fin da subito una passione innata per la musica e un talento nel suonare la chitarra. Figlia del compositore Giovanni Salviucci, iniziò a distinguersi già in giovane età. Nel 1959, si diplomò in chitarra classica all’Accademia di Santa Cecilia di Roma sotto la guida del celebre chitarrista Andrés Segovia.
Dopo il matrimonio con il fisico nucleare Pino Marini, Giovanna trascorse un breve periodo a Boston. Al suo ritorno in Italia, entrò in contatto con intellettuali come Pier Paolo Pasolini, Diego Carpitella e Gianni Bosio, approfondendo l’indagine sul patrimonio musicale delle classi subalterne italiane.
Marini scoprì così i canti delle mondine, degli operai e dei contadini, contribuendo alla creazione di un ricco tessuto di canzoni popolari italiane. La sua ricerca nel folklore divenne ancora più intensa quando, grazie a Roberto Leydi, entrò a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano, un collettivo di musicisti impegnati nella canzone popolare e nella protesta sociale e politica.
Il Nuovo Canzoniere Italiano e “Bella Ciao”
Nel 1964, il Nuovo Canzoniere Italiano portò lo spettacolo “Bella Ciao” al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nonostante la contestazione del pubblico, Marini e gli altri compositori del collettivo riuscirono comunque ad esibirsi seppur contestati.
Durante gli anni ’60 e ’70, mossa dal voler visitare i luoghi e conoscere le persone che hanno creato la musica popolare, Marini intraprese un viaggio alla ricerca delle canzoni popolari italiane nel sud del paese. In un’intervista, dichiarò: “Prima cercavo i suoni, adesso cerco le persone, perché l’identità che le persone esprimono attraverso i suoni è il fondamento di ogni politica”. Con chitarra e registratore, passò lunghi periodi nel meridione, raccogliendo suoni e parole che esprimevano l’essenza più autentica del folklore meridionale.
La Scuola Popolare di Musica a Testaccio
Tornata a Roma, Marini fondò nel quartiere Testaccio la prima Scuola Popolare di Musica: un luogo in cui tutti potevano fare musica, avvicinarsi a uno strumento o semplicemente conoscere e capire il linguaggio universale della musica. Qui insegnava etnomusicologia applicata al canto tradizionale.
Oltre all’insegnamento e alla ricerca, Marini compose anche per cinema e teatro. Nel 2003 scrisse le musiche per il film “Oh Uomo!” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e per il dramma “Villarosa” di Enzo Alaimo, rappresentato al Festival di Gibellina.
L’eredità di Giovanna Marini
Giovanna Marini, con la sua voce acuta e il suo talento, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica italiana. La sua carriera e la sua ricerca testimoniano un impegno costante nella valorizzazione delle radici culturali del nostro paese. Attraverso le sue canzoni, Marini ha raccontato storie di vita, di lotta e di speranza, dando voce a chi spesso non ne ha avuta. La sua eredità musicale e il suo esempio come artista continueranno a ispirare generazioni future, ricordandoci sempre l’importanza della musica come strumento di cambiamento sociale e di espressione personale.
E a noi non resta che esserle grati per aver condiviso questo suo immenso dono con noi.
Benedetta Gravina