La sindrome da immunodeficienza acquisita (Acquired Immune Deficiency Syndrome , AIDS) è una malattia del sistema immunitario, il cui agente eziologico è il virus dell’immunodeficienza umana o HIV, contratto tramite rapporti sessuali, trasfusioni di sangue, e per trasmissione verticale (da madre in  figlio) in qualunque fase della vita intrateurina e neonatale.
L’HIV deriva da mutazioni di vari ceppi del SIV (Simian Immunedeficiency Virus), virus delle scimmie, con un salto di specie cronologicamente imprecisato, e topologicamente legato a regioni dell’Africa occidentale sub-sahariana.

L’inizio della pandemia e lo sviluppo del Daraprim

Il primo caso di sieropositività (accertata trent’anni dopo) risale al 1959, nel Congo.
Nel 1981 fu riconosciuta l’esistenza della nuova malattia in numerosi pazienti americani, e questa data è storicamente considerata l’inizio della pandemia che, ad oggi, è tutt’altro che debellata, nonostante la ricerca farmacologica sia stata in grado di sviluppare molecole che hanno ridotto notevolmente il tasso di mortalità.
Fra i farmaci maggiormente utilizzati per il trattamento dell’AIDS, c’è il Daraprim, nome commerciale della pirimetamina, principio attivo di indicazione specifica contro la malaria, e somministrato da più di 60 anni in caso di toxoplasmosi (malattia infettiva legata al protozoo Toxoplasma gondii) in pazienti immunocompromessi.
Il Daraprim fu sviluppato nel 1953 negli Stati Uniti, dal premio Nobel Gertrude Elion, nei laboratori dell’azienda farmaceutica Burroughs-Wellcome, poi incorporata dalla GlaxoSmithKline, che, nel 2010, ne vendette i diritti di vendita a Corepharma.

La Turing Pharmaceutical e lo scandalo

Martin Shkreli, fondatore della Turing Pharmaceutical, è il  controverso e molto discusso imprenditore statunitense, di origini albanesi, che ha fatto scoppiare, a settembre, il grande scandalo: comprati dalla Corepharma i diritti per la vendita del Daraprim, ne alza arbitrariamente il prezzo da 13 a 750 dollari a compressa , in una sola notte, per un rincaro netto del 5555%.

Martin Shkreli, al centro del caso Daraprim e fortemente criticato per i danni causabili nella lotta all'AIDS
Martin Shkreli, al centro del caso Daraprim e fortemente criticato per i danni causabili nella lotta all’AIDS

Da qui la discussione sulle derive etiche di un business che gioca sull’accessibilità ad un farmaco inserito nella List of Essential Medicines, l’elenco messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che comprende le medicazioni ritenute indispensabili in qualsiasi sistema sanitario.
Un marketing che trasforma un farmaco, e quindi la salute stessa, in un bene di lusso.

L’Imprimis Pharmaceuticals e il nuovo farmaco per l’AIDS

Per i farmaci la prevenzione brevettuale dura 20 anni, e quindi il principio attivo del farmaco non è coperto da brevetto. Questo significa che qualsiasi azienda farmaceutica può sviluppare un trattamento generico, e quindi un farmaco equivalente, a base di pirimetamina.
Un farmaco che abbia cioè lo stesso principio attivo (sostanza responsabile degli effetti farmacologici), nello stesso dosaggio e nella stessa forma farmaceutica del Daraprim, che ne sia quindi bioequivalente, diverso solo negli eccipienti.
Ed è quello che sembra stia succedendo:  la giovanissima azienda farmaceutica statunitense Imprimis Pharmaceuticals ha annunciato che metterà presto sul mercato un equivalente del Daraprim al costo molto più che competitivo di un dollaro a pillola.
L’azienda farmaceutica sta cercando di concludere un accordo con un investitore, per ottenere i fondi necessari alla produzione, e nel frattempo Mark Baum, l’amministratore delegato di Imprimis, ha assunto nell’immaginario comune il ruolo di benefattore dell’umanità, avendo fra l’altro annunciato che immetterà presto sul mercato altri equivalenti low cost di farmaci che si vendono oggi a prezzi esorbitanti, dando via alla campagna “Imprimis cares”.

C’è tuttavia ancora un nemico da sconfiggere, e questa necessità si mostra nelle farmacie italiane con un’evidenza imbarazzante: persiste ancora una certa diffidenza nei confronti dei farmaci equivalenti, che non vengono considerati ugualmente efficaci dal popolo “paziente”, per la maggior parte all’oscuro delle dinamiche del mercato dei farmaci.
Quello che da sempre non ci piace scoprire è che la salute non è “’a primma cos”, perché la verità è che la prima cosa sono i soldi.

Elisabetta Rosa

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.