Il malcontento generale, tra proprietari e giocatori NBA, sta crescendo sempre più a causa di un fenomeno che sovente accade negli ultimi anni: gli infortuni. In 3 anni sono numerosi i giocatori che, per più o meno tempo, sono stati costretti a restare fuori dal parquet per problemi fisici. Il più famoso è di sicuro il caso Rose, che dopo aver vinto il titolo di MVP e con un futuro da leader della lega, vede ora vacillare terribilmente la sua carriera presente e futura. Vogliamo quindi oggi concentrarci sui casi più recenti di infortunio, dai più fortuiti a quelli causati da un continuo logoramento dei giocatori NBA.

Ultimo giocatore che si è aggiunto alla lista degli infortunati è stato Victor Oladipo. Dopo un’annata in continua salita e l’entrata nel primo quintetto rookie dell’NBA, il talento degli Orlando Magic sembrava pronto a guidare la sua franchigia con un ruolo di stella assoluta del roster. Ruolo che però non potrà avere fino, essendo ottimistici, a Gennaio dato che, a causa di una gomitata subita in allenamento, il 22enne dovrà stare fuori a tempo indeterminato a causa di una frattura al volto che necessiterà di un intervento chirurgico. Momento decisamente travagliato per il numero 5 dei Magic, che subisce questo infortunio dopo aver saltato l’intera pre-season a causa di una distorsione del ginocchio sinistro.

Il problema evidente è quindi una forte propensione agli infortuni per i giocatori più giovani, decisamente poco abituati agli alti ritmi NBA. Se l’infortunio subito al volto è puramente frutto del caso e della sfortuna, l’infortunio precedente è stato causa della grossa mole di lavoro e allenamento che i giocatori della National Basketball Association devono sobbarcarsi durante una sola stagione. Il problema ha colpito altri rookie, tra tutti il Rookie of the Year 2014 Michael Carter-Williams che tornerà sul parquet dei suoi Philadelphia 76ers dopo gravi problemi alla spalla.

Fondamentale sarebbe quindi modificare questo grosso carico di lavoro e rallentare i ritmi della lega, perché sono sempre più numerosi i giocatori che non riescono più a reggere 82 partite all’anno, senza contare le partite di Playoffs, gli allenamenti quotidiani, le competizioni internazionali e le varie Summer League e pre-season. Adam Silver, nuovo commissioner dell’NBA, dovrà quindi capire quali sono gli errori e le cause che stanno portando sempre più giocatori ad avere gravi infortuni che potrebbero rovinare intere carriere. Dovrà quindi capire che a volte il business e i soldi vengono dopo la salute dei giocatori stessi e che la lega non avrà grossi ricavi se continuerà a perdere i migliori giocatori, oltre all’aumento del dissenso da parte dei proprietari che vedono il loro roster crollare a pezzi.

Purtroppo le speranze sembrano essere vane, dato che i segnali inviati da Silver non sembrano essere promettenti. Tra tutti la proposta di una coppa di lega che si dovrebbe svolgere durante l’annata NBA, senza però diminuire il numero di partite stagionali e aumentando, per le migliori squadre della lega e quindi i migliori giocatori, il numero di partite da giocare. Immediato è stato il dissenso generale tra i proprietari delle franchigie, primo fra tutti Mark Cuban, owner dei Dallas Mavericks, che sta combattendo in prima linea per preservare i giocatori dagli infortuni (lo stesso si è battuto sul discorso riguardante i Mondiali).

La domanda che quindi vogliamo porre è questa: sarebbe meglio avere meno partite, ma di altissimo livello, diminuendo il numero di infortuni e avendo quindi sempre i migliori giocatori in campo o ci dobbiamo accontentare di un numero spropositato di partite che però non fa altro che uccidere lo spettacolo stesso? Insomma, meglio la qualità o la quantità? Meglio un’NBA con 82 partite ma senza Paul George e Kevin Durant per buona parte di esse (il primo probabilmente per nessuna) o un’NBA in cui Solomon Hill e Anthony Morrow, con tutto il rispetto di questo mondo, sono i loro sostituti? Ai posteri l’ardua sentenza, anche se sarebbe sensato avere un’NBA spettacolare, che preservi i giocatori e non li sfrutti, per vedere la pallacanestro migliore di questo mondo nella lega migliore al mondo, e vedere partite in cui le squadre e i giocatori combattano dall’inizio alla fine per la vittoria, senza fermarsi e riposare a causa delle suddette 82 partite. Insomma, semplicemente il basket.

Fonte immagine: espn.com

Luca Adami

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