Nel weekend del 28-29 marzo è circolata sui social network una bufala: la fotografia, che secondo gli articoli sarebbe stata postata su Twitter dal segretario provinciale della CGIL de La Spezia Lorenzo Cimino, di un volantino stampato e distribuito dalla direzione dello stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) in occasione della visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi dello scorso 9 ottobre, per il varo del sottomarino S-528 “Pietro Venuti”.
L’immagine si è però dimostrata un palese falso: sul profilo Twitter di Lorenzo Cimino la foto non è mai stata postata, tanto che già il 9 ottobre si metteva in dubbio la veridicità dell’immagine.
Le uniche fonti, tuttavia, sono quelle che danno credito all’immagine: si tratta del quotidiano online Nuova Società, che pubblica sostenendo la veridicità, del quotidiano locale la Gazzetta della Spezia, che pure non mette in dubbio l’autenticità della foto, e del sito TzeTze, famoso non certo per obiettività ed attendibilità, che infatti “accredita” la notizia alla testata spezzina.
La nota testata ligure Il Secolo XIX, invece, l’8 ottobre comunicava che la CGIL non avrebbe preso parte alla visita di Renzi, visita riservata a «200 invitati scelti», tra i quali nessun lavoratore dello stabilimento.
Riprende oggi la bufala, sull’onda della diffusione Facebook, anche il Quotidiano Giovani, che si lascia travolgere dal populismo e dimentica di verificare le fonti.
«Viva il presidente Renzi» a Fincantieri è, in conclusione, una bufala.
Spiace per quanti si sono lasciati abbindolare, ma con una semplice ricerca su Google in 10 minuti di tempo si sarebbe potuta conoscere la verità. Nessuna fonte ha confermato l’autenticità dell’immagine, il tweet non è mai stato inviato da Lorenzo Cimino, tantomeno su Twitter si trovano fonti attendibili, come è possibile appurare in questa conversazione.
Come sarebbe possibile che la notizia possa essere confermata da imprecisati «colleghi» se questi «colleghi» non sono stati ammessi alla visita ed alla cerimonia? Incongruenze alle quali il “popolo del web” non ha prestato la benché minima attenzione, come nemmeno l’hanno notate altri giornalisti improvvisati, che non hanno ricordato uno dei propri doveri, quello di verificare le fonti.
Simone Moricca