Mano che prende un e-reader su uno scaffale con libri cartacei e una piantina in vaso.

Quanti libri è umanamente possibile leggere in un anno? Secondo la ricerca condotta nel 2022 da Tahaab Rais, responsabile della strategia di Publicis Groupe, si può agilmente e facilmente leggere 52 libri, circa uno alla settimana. Come? Eliminando i social.

Facebook, Instagram, TikTok, X (il fu Twitter) non sono ovviamente le “bestie nere” di questa epoca iper connessa, le sirene che ci trascinano giù e ci impediscono di aprire un libro e leggerlo senza troppe distrazioni. Però, con lo stesso tempo passato sui social potremmo leggere dai 35 ai 45 libri all’anno, libro più libro meno.

Se la risposta alla domanda fondamentale su La vita, l’universo e tutto quanto è 42, come ci insegna Douglas Adams nel terzo libro della serie Guida galattica per gli autostoppisti, cosa dovremmo fare per arrivare a essere dei cosiddetti “lettori forti“? Non esiste una risposta corretta a questa domanda, il “42” o una guida su come diventare bravi lettori. Dovremmo eliminare ogni social? Niente panico, non è necessario! Prima di scrollare compulsivamente TikTok potremmo leggere qualche pagina, e quando la stanchezza si fa sentire allora lì va bene prendere il telefono, forse.

Siamo in un’epoca iperconnessa, lo smartphone è ormai diventato un’estensione del nostro braccio e fingere che non sia così è controproducente. Tuttavia, i tempi vuoti della nostra vita potrebbero essere riempiti dai libri. Probabilmente portare in borsa Guerra e Pace di Lev Tolstoj non è la cosa più agevole al mondo, ma per fortuna esistono gli e-reader, dispositivi elettronici portatili creati appositamente per contenere un gran numero di libri in formato digitale e leggerli ovunque. Inoltre, sono stati pubblicati libri molto più brevi del “mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo”.

Facebook, Instagram, TikTok, Pinterest hanno avuto e hanno un impiego enorme nel settore dei libri, ma queste piattaforme continuano a rappresentare una forma di distrazione. Una ricerca condotta dalla Saatchi & Saatchi MEA e Publicis Groupe, in collaborazione con Kinokuniya, ha calcolato che se una persona impiegasse a leggere lo stesso tempo che trascorre sui social, sarebbe in grado di leggere 35 libri per Facebook, 43 libri per Instagram, 22 libri per X e 42 libri per TikTok e YouTube. Uno studio dall’impatto così forte che Tahaab Rais ne ha fatto un’installazione: Time to read.

Time To Read, rappresentazione visiva di quanti libri si potrebbero leggere al posto di utilizzare i social
Time To Read, rappresentazione visiva di quanti libri si potrebbero leggere al posto di utilizzare i social (fonte immagine: screenshot del video “Kinokuniya ‘Time To Read'”)

Non sappiamo più leggere libri

Non sappiamo più leggere; o almeno, non riusciamo più a farlo per intero. Non comprendiamo il significato di una frase, ci facciamo tentare dalla frase in neretto e saltiamo quelle precedenti, siamo persone distratte, selezioniamo le parole e non capiamo un testo perché, sostanzialmente, non lo leggiamo per intero. Non si tratta di analfabetismo primario, che per fortuna è stato quasi del tutto eliminato, ma neanche di analfabetismo funzionale: semplicemente non si riesce più ad affrontare la lettura di un’opera intera perché i social hanno contribuito al calo dell’attenzione media dell’essere umano.

Saper leggere significa saper capire il contenuto e la forma di ciò che stiamo leggendo, con facilità. Lo spiega così Piero Dorlfes, nel suo Il lavoro del lettore (Bompiani, 2021): «Chi non sa leggere si trova un po’ nella condizione di chi non sa nuotare: non ha la possibilità di fare un’esperienza unica. Poiché nella vita quotidiana però chi non legge libri sembra cavarsela benissimo, verrebbe da pensare che l’incapacità di leggere abbia poco a che fare con la capacità di essere bravi cittadini, lavoratori competenti, persone rispettose ed empatiche. La realtà però è che chi non legge difficilmente troverà altrove quello che chi legge trova nei libri. Nei libri c’è la storia dell’uomo, con le sue conquiste e i suoi fallimenti; ci siamo noi, con i nostri sentimenti, sogni, azioni; c’è quell’esperienza simbolica che ci spinge a sviluppare ingegno, fantasia e immaginazione. I libri sono una delle risorse più straordinarie per salvarci dalle prove della vita: chi sa leggere lo fa anche di fronte alle ansie più drammatiche, alle angosce più profonde, ai dolori più esacerbanti

Forse le parole ci hanno stancato, forse leggiamo troppi messaggi, troppe e-mail, troppi paper e non abbiamo più voglia di leggere altre parole, frasi più belle, più interessanti. Ma leggere non è una gara: l’importante è, banalmente e semplicemente, leggere.

Valentina Cimino

Fonte immagine di copertina: depositphotos.com

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