Il mondo dell’educazione si compone di diverse figure professionali che hanno il delicato compito di formare le generazioni future e di accompagnarle nei percorsi di crescita. Due figure professionali chiave in questo contesto sono l’educatore e l’insegnante. Questi due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma in realtà fanno riferimento a due ruoli con caratteristiche distintive, sia in termini di formazione sia di competenze specifiche. In questo articolo vedremo quali sono le differenze tra i due ruoli, indicando le competenze necessarie per svolgere la professione di educatore e insegnante.
L’insegnante: chi è e cosa fa
L’insegnante è un professionista che è abilitato all’insegnamento di una o più discipline nelle scuole di diverso ordine e grado. Per diventare insegnante bisogna conseguire una laurea specifica e, per diventare di ruolo, vincere un concorso pubblico. Si occupa di progettare e condurre attività didattiche per favorire la conoscenza del sapere agli alunni e le alunne che segue. Attraverso esercizi, giochi e letture ha lo scopo di stimolare la curiosità e l’apprendimento. L’insegnante deve anche prendersi cura del clima all’interno della classe, che deve essere stimolante e inclusivo e nel quale ognuno si sente valorizzato nel suo cammino di crescita.
L’insegnante: la formazione
Per diventare insegnante nelle scuole di primo grado bisogna conseguire una laurea in scienze dell’educazione o in scienze della formazione. Per insegnare invece nelle scuole di secondo grado si può accedere anche con una laurea in altri indirizzi, anche se poi bisognerà ottenere l’abilitazione per la classe di insegnamento in cui si desidera insegnare. Come si può leggere dalle informazioni su un percorso di scienze della formazione disponibile online in università digitali come Unicusano, la preparazione in questo ambito consente di acquisire competenze mirate nella formazione e nell’educazione, con un focus sulle scienze pedagogiche e metodologico-didattiche e sulle discipline filosofiche, sociologiche e psicologiche in relazione alla formazione. Dopo aver conseguito la laurea, si può iniziare a lavorare nelle scuole in maniera provvisoria con le graduatorie di istituto e poi ottenere il posto di ruolo dopo il superamento del concorso pubblico per la materia che si desidera insegnare.
L’educatore: chi è e cosa fa
L’educatore, a differenza dell’insegnante, non è necessariamente legato a una disciplina specifica. Opera in contesti diversi dalla scuola, come centri educativi, comunità, aziende, e si occupa di progettare e realizzare interventi educativi personalizzati, volti a promuovere lo sviluppo integrale della persona. I suoi studenti e le sue studentesse possono quindi avere tutte le età e bisogni educativi che non sono vincolati agli obiettivi del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Le sue competenze spaziano dalla mediazione dei conflitti alla gestione dei gruppi, dalla comunicazione efficace alla progettazione di attività ludiche e creative. Con il DDL 778 di aprile 2024 è stato istituito l’albo degli educatori e e dei pedagogisti, un importante riconoscimento che sancisce l’importanza di queste professioni dal punto di vista della crescita sociale.
Educatore: la formazione
Per diventare educatore non c’è un percorso preciso, anche se esiste la laurea in scienze dell’educazione. La sua formazione però può essere molto varia e partire da altre specializzazioni, come la sociologia, le lettere e la comunicazione. Le conoscenze richieste a un educatore sono in ambito pedagogico, sociologico e delle scienze sociali. Deve inoltre essere un abile comunicazione e deve saper utilizzare la diplomazia come mediazione in contesti difficili. In base alle esperienze e ai percorsi post-laurea si può specializzare in un contesto preciso.