Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite alla trasmissione “Otto e Mezzo” di La7, chiarisce alcuni aspetti della Legge di Stabilità e in particolare dà delle delucidazioni sulla questione dell’IMU. Il premier afferma che da dieci anni non si fa altro che parlare della tassa sulla prima casa, facendola diventare l’ imposta più odiata. Rispondendo a una domanda specifica, la definisce una “misura di pancia”, ma non elettorale, un provvedimento rivolto agli italiani, che vuol far passare il messaggio che il governo sta realmente riducendo le tasse. Egli annuncia che l’esecutivo non si fermerà all’ IMU, ma che la loro attenzione sarà presto rivolta anche a Ires e Irpef.
Inoltre il premier, stimolato sulla questione dell’IMU sulla prima casa tolta a tutti, e sulla seguente correzione che mantiene la tassa per i proprietari di castelli, ville e case di lusso, nega che ci sia stato un cambiamento sulla manovra e sostiene, invece, che si sia trattato di un’incomprensione. Oltre a ciò aggiunge di essere meravigliato dal fatto che il dibattito si sia ridotto a questo aspetto specifico della manovra, che, per lui, non rappresenta un problema per la Legge di Stabilità.
Tuttavia la realtà dei castelli in Italia non è marginale, riguarda migliaia di edifici. Alcuni di essi, anche se privati, sono vincolati, cioè vengono considerati protetti, perché parte del nostro patrimonio culturale. È impossibile per i proprietari effettuare anche le più semplici modifiche all’immobile, ma devono comunque occuparsi dei lavori di manutenzione, altrimenti perderebbero il possesso sulla proprietà. Così per far fronte alle spese mettono a disposizione le strutture per alcune cerimonie, o delle stanze per ospitare i turisti. Alcuni castelli, però, sono difficili da raggiungere, così i proprietari hanno difficoltà a far fronte alle spese.
Secondo Moroello Diaz, presidente dell’ ADSI (Associazione delle dimore storiche), l’IMU sugli immobili vincolati rappresenta una sorta di patrimoniale sui beni culturali. Quindi la ritiene una grande ingiustizia, in quanto, secondo lui, i proprietari di questi edifici svolgono il ruolo di custodi e in quanto i palazzi stessi contribuiscono al flusso turistico del paese. Diaz dichiara: “Possiamo essere d’accordo a pagare come gli altri, ma allora dovremmo avere pure le stesse libertà che lo Stato accorda a tutti i proprietari immobiliari. Intendo dire che il governo sembra trascurare che si tratta di beni immobili che presentano un interesse storico, artistico e archeologico sottoposto a un vincolo predisposto dallo stesso Stato” . Infine sostiene che alcuni proprietari hanno anticipato ingenti somme di denaro, nell’attesa che i beni culturali gliele restituissero, ma non sembra uno scenario che si verificherà nell’immediato. Insomma, secondo Diaz, non è proprio questo il modo di conservare il patrimonio artistico del paese.
Alessandro Fragola