Il devastante terremoto in Myanmar di magnitudo 7.7

Il Myanmar, una nazione situata nel cuore del sud-est asiatico, è stato recentemente colpito da un terremoto di magnitudo 7.7, lasciando una scia di distruzione e dolore. Questo evento, avvenuto il 28 marzo 2025, si colloca tra i più gravi terremoti registrati nella regione negli ultimi decenni. Con un epicentro situato a circa 16 chilometri a nord-ovest di Sagaing, il sisma ha avuto una profondità relativamente superficiale di 10 chilometri, amplificando la sua intensità e il suo impatto su una vasta area.

L’impatto immediato del terremoto in Myanmar: distruzione e caos

La scossa principale, durata quasi un minuto, ha avuto conseguenze devastanti. Sagaing, Mandalay e Naypyidaw, tra le principali città del Myanmar, sono state le più colpite. Gli edifici, molti dei quali costruiti senza standard antisismici, sono crollati sotto la pressione delle onde sismiche. Strade si sono fratturate, ponti sono crollati e infrastrutture essenziali come le linee elettriche e le reti idriche sono state gravemente compromesse.

Un caso particolarmente tragico è avvenuto a Bangkok, in Thailandia, dove gli effetti del terremoto si sono sentiti a centinaia di chilometri di distanza. Un grattacielo in costruzione è crollato, intrappolando almeno 43 lavoratori sotto le macerie. Gli sforzi di soccorso sono immediatamente iniziati, ma le difficoltà logistiche e il pericolo di ulteriori crolli hanno rallentato le operazioni.

Effetti del terremoto. Fonte: Wikimedia Commons.

Il bilancio delle vittime: una crisi in evoluzione

Il bilancio delle vittime continua a crescere mentre emergono nuovi rapporti dalle aree colpite. Al momento, si stimano almeno un migliaio di morti. Ma le autorità avvertono che il bilancio finale potrebbe essere molto più drammatico, poiché temono che in molti siano ancora intrappolati sotto edifici crollati, specialmente in zone rurali difficili da raggiungere.

Gli ospedali locali sono al limite della capacità, con personale medico che lavora senza sosta per trattare feriti in condizioni critiche. La mancanza di forniture mediche e di spazi adeguati sta complicando ulteriormente la gestione dell’emergenza.

Il contesto geologico: perché il Myanmar è vulnerabile

Il Myanmar si trova in una regione geologicamente attiva, al confine tra la placca tettonica indiana e quella eurasiatica. Queste placche si muovono in direzioni opposte, creando stress lungo linee di faglia. L’area del terremoto è parte di una falla trascorrente, dove il movimento laterale accumula energia nel corso degli anni. Quando questa energia viene rilasciata, si verificano terremoti di grande intensità, come quello avvenuto il 28 marzo.

Effetti secondari: rischio di frane e inondazioni

Oltre ai danni diretti causati dalle onde sismiche, il terremoto ha innescato frane nelle zone montuose, bloccando strade e isolando comunità. L’erosione dei versanti delle colline ha esposto i terreni a un rischio maggiore di inondazioni, specialmente con l’avvicinarsi della stagione delle piogge. Il fiume Irrawaddy, una delle principali vie di comunicazione e risorsa idrica del Paese, ha visto le sue rive deformarsi. I residenti lungo il fiume sono stati evacuati per paura di possibili inondazioni causate dal cambiamento nella conformazione del letto fluviale.

Reazione della comunità internazionale

La comunità internazionale ha reagito prontamente al disastro. L’ONU ha inviato squadre di soccorso per assistere nelle operazioni di recupero e distribuzione di aiuti. L’Unicef ha espresso particolare preoccupazione per l’impatto sui bambini, molti dei quali sono rimasti senza casa e senza accesso a cure mediche adeguate.

Il governo giapponese, esperto nella gestione di emergenze sismiche, ha offerto supporto tecnico e logistico, inviando ingegneri e esperti per aiutare nella valutazione delle infrastrutture danneggiate. Anche la Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie stanno coordinando sforzi per fornire beni di prima necessità, come cibo, acqua e tende.

Una folla di persone evacuate dal Central Pinklao, un centro commerciale di Bangkok, a causa del terremoto del 28-03-2025, a circa 1.000 km dall’epicentro in Myanmar. Fonte: Wikimedia Commons.

Lezioni apprese e preparazione per il futuro

Questo terremoto solleva interrogativi sulla preparazione del Myanmar di fronte a disastri naturali. Nonostante la regione sia nota per la sua attività sismica, le misure di prevenzione e risposta sono ancora insufficienti. Gli edifici, molti dei quali costruiti con materiali non idonei, hanno contribuito al numero di vittime e ai danni.

Esperti suggeriscono che il Paese debba investire in tecnologie di monitoraggio sismico e sviluppare programmi di sensibilizzazione per educare la popolazione sui rischi. Inoltre, la costruzione di infrastrutture resistenti ai terremoti potrebbe ridurre significativamente le perdite in futuro.

In mezzo alla tragedia, emergono storie di resilienza e solidarietà. Comunità locali si sono unite per aiutare i vicini in difficoltà, dimostrando un profondo senso di umanità. Una donna di Mandalay, ad esempio, ha aperto la sua casa per ospitare persone sfollate, offrendo riparo e sostegno.

Le squadre di soccorso, composte da volontari e professionisti, stanno lavorando instancabilmente per salvare vite e distribuire aiuti. Anche in circostanze difficili, la determinazione di queste persone rappresenta una luce di speranza in un momento buio.

Il terremoto di magnitudo 7.7 in Myanmar è un doloroso promemoria della potenza incontrollabile della natura e della vulnerabilità umana. Mentre il Paese affronta le conseguenze di questa calamità, è fondamentale che gli sforzi di soccorso siano rapidi e coordinati. Il supporto internazionale e le lezioni apprese da questa tragedia potrebbero aiutare il Myanmar a costruire un futuro più resiliente, preparandosi meglio a eventi simili. La strada verso la ripresa sarà lunga, ma la forza e la solidarietà delle persone colpite sono la chiave per superare questa crisi.

Gianluca De Santis

Gianluca De Santis
Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale a L'Orientale di Napoli, in Relazioni Internazionali all'Università Statale di San Pietroburgo e in Commercio Internazionale presso Mbway Bordeaux in Francia, da sempre mi sono interessato alla sfera internazionale. Il contesto geopolitico, estero e diplomatico, sono le cose che da sempre mi hanno fatto brillare gli occhi. Ed è proprio di questo, e magari non solo, che parlerò con voi.

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