Volt Italia è la formazione italiana di Volt, il partito paneuropeo e progressista fondato nel 2017 da tre giovani ragazzi: l’italiano Andrea Venzon, la francese Colombe Cahen-Salvador e il tedesco Damian Boeselager, riunitisi in seguito al referendum sulla Brexit e all’affermazione al primo turno delle presidenziali francesi del Front National di Marine Le Pen.
Un partito giovane, fatto da giovani, la cui età media è compresa tra i 33 e i 34 anni, il cui 70% non ha mai fatto politica e che ha come obiettivo quello di riformare l’Europa, puntando alla rinascita economica e alla parità sociale. Volt è presente in 30 Paesi e ha come obiettivi quelli che loro stessi definiscono le “5+1 sfide” riassunte in: Stato Intelligente, Rinascita economica, Parità Sociale, Equilibrio Globale, “Più potere ai cittadini”, Riforma dell’UE. Quest’ultima viene definita la sfida +1 perché non può essere adattata alle varie entità locali come le altre, ma è il frutto di un progetto comune.
Sono stati definiti come il partito dei millennials, e in effetti sono molti i temi che potrebbero essere associati a questa generazione: l’ambiente, la partecipazione digitale, i diritti civili, la mobilità sostenibile. In generale però Volt sembra sovrapporsi ad alcune realtà già esistenti nel panorama politico italiano.
Volt Italia presenta una struttura composta da un Consiglio Direttivo, un’Assemblea Generale, un Consiglio Strategico e il Collegio dei Probiviri. Il Consiglio Direttivo è composto da due co-presidenti: Andi Shehu e Federica Vinci, un Consigliere Europeo e un consigliere per ogni circoscrizione elettorale.
Cosa c’è di nuovo in Volt Italia?
Volt sembra su alcuni temi però, sovrapporsi ad altre forze politiche già presenti nello scenario politico italiano, collocandosi in un’area centrista, liberal direbbero gli anglossassoni, che sembra già essere, se non affollata, quantomento nutrita dalle esperienze di Italia Viva di Renzi, Azione di Calenda, Cambiamo di Toti e +Europa di Bonino.
Su alcune posizioni economiche legate allo sviluppo e all’imprenditorialità delle piccole e medie imprese,per esempio, sembra posizionarsi in un’area che aderisce più al centro che alla sinistra, nonostante si presenti come una forza progressista e dal punto di vista estetico usi il colore viola negli ultimi anni associato ai movimenti progressisti (e lo stesso dei manifesti elettorali di Alexandria Ocasio-Cortez.)
Il loro progetto europeo ha come obiettivo quello di proporre riforme ai sistemi di governance e alle strutture che possano condurre a un’Unione federale, posizioni simili a quelle di +Europa che ha il suo stesso target di riferimento, nonostante possa contare su una presenza transnazionale maggiore e una classe dirigente più giovane nel complesso.
Un altro punto del programma, quella che si riferisce all’obiettivo di aumentare la partecipazione dei cittadini ai processi di policy making e alla possibilità data dallo statuto del voto elettronico tra gli iscritti, sembra sovrapporsi invece al Movimento Cinque Stelle e alle sue pratiche di partecipazione digitale dal basso.
In termini elettorali, Volt Italia per le scorse Elezioni Europee non è riuscito a raccogliere le 150.000 firme necessarie per presentare la propria lista e alle recenti Elezioni Regionali in Emilia Romagna ha totalizzato lo 0,43% con la sua lista a sostegno di Stefano Bonaccini.
Volt Italia, un partito europeista senza leader
La differenza principale di Volt Italia rispetto a tutti gli altri partiti è che questo movimento non è legato a nessun leader in particolare, ma piuttosto a temi specifici e a un progetto internazionale, basato su un sentimento di europeismo che ha come obiettivo anche quello di creare liste transnazionali per partecipare alle elezioni come realtà politica unica.
Tale prerogativa di Volt Italia può da un lato essere utile per permettere che siano i temi ad essere protagonisti, in un contesto politico in cui, forse troppo spesso si parla di eccesso di personalizzazione e di assenza della vera politica, ma dall’altro ha come limite quello di ridurne la riconoscibilità necessaria per permettere agli stessi temi di imporsi ed emergere sulla scena politica nazionale.
Difficile immaginare come Volt Italia possa trovare fortune elettorali nel panorama politico italiano: il suo programma non fa che riportare temi già centrali per altri partiti, il suo posizionamento è di fatto sovrapposto a quello di altre formazioni di centro e il sistema politico italiano non è certo un sistema in cui i partiti senza leader godono di particolare fortuna.
Sabrina Carnemolla
Se Volt avrà successo o meno, lo vedremo nel futuro. C’è una grande differenza tra Volt e partiti che hanno un profilo politico simile. + Europa, Italia Viva e Azione sono collegati a singoli personaggi (Bonino-Dalla Vedova, Renzi, Calenda). Di fatto sono partiti personali che nascono con un leader e muoiono con il leader. Volt ha due co-presidenti eletti, un Consiglio Direttivo e tanti militanti in Italia e in tutta Europa. È un progetto di lungo periodo che non è collegato alle persone, ma ai valori e alle idee. Una bella differenza.