Memoria, identità, futuro: questi sono le parole chiave del progetto per il Censimento della fotografia italiana, idealizzato e messo in atto dalla Camera, ovvero il Centro italiano della fotografia, in sinergia con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Un’immagine vale più di mille parole. La fotografia non solo come forma d’arte, ma come strumento divulgativo e informativo dell’evoluzione socio-culturale del bel paese, attraverso l’utilizzo del web. Si ha cosi la possibilità di rendere a portata di click un patrimonio sconfinato, e spesso sottovalutato.
In solo un mese dall’inizio del progetto sono stati già censiti 124 archivi, per più di 600 fondi provenienti da tutta Italia, ed è solo l’inizio. L’idea è, difatti, quella di raccogliere tutti, tutti gli archivi fotografici italici per la creazione di un database completo, che possa essere la base, appunto, per iniziative di sostegno allo sviluppo, all’educazione e alla diffusione.
Borse di studio, convegni, fondi per la professione e catalogazione sono in cantiere; ma numerosi sono gli eventi già in calendario, e tutte le informazioni sono reperibili sul sito ufficiale. Lo scorso 26 giugno, al Castello Sforzesco di Milano, si è conclusa la mostra “Vedute d’Italia 1850-1900”. Fino a luglio, poi, vi sarà la mostra a Roma de “L’alfabeto fotografico romano”, e a Udine il “Belvedere”.
Scopo del Censimento della fotografia italiana è la possibilità di connettere i diversi fondi, affinché se ne evincano nessi artistici, gli sviluppi temporali e soprattutto ne sia favorita l’interazione a livello nazionale di enti pubblici e privati. Partecipano al progetto, dunque, sia soggetti in forma singola che associata: attualmente sono 122 il numero degli enti aderenti, come ad esempio la Rete Fotografia (Milano) o la Rete regionale delle fototeche e degli archivi fotografici (Friuli Venezia Giulia).
Fotografare l’Italia: guardando a quello che fu, la memoria diviene il veicolo di un’identità, della storia di un paese, capace allo stesso tempo di pensare al futuro, progettando ciò che sarà.
Alessandra Sasso