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L’aviaria arriva in Antartide: preoccupa l’impatto sulla fauna

L'aviaria arriva in Antartide: preoccupa l'impatto sulla fauna
Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/pinguini-sul-ghiaccio-48814/

Nell’ottobre 2023 per la prima volta il virus dell’influenza aviaria ha raggiunto l’Antartide, preoccupando gli scienziati per il gran numero di specie che popolano il territorio e che non sono mai entrate in contatto con questo virus, come varie specie di uccelli e leoni marini. Ancora non si conosce l’esatto modo in cui questo virus (H5N1) sia riuscito ad arrivare fin lì, ma si pensa possa esser dovuto a un fenomeno di migrazione fallito dello stercorario antartico, un tipo di uccello marino che vive nelle zone polari e subpolari che durante il periodo di migrazione per la riproduzione si sposta al nord.

Probabilmente questi uccelli potrebbero aver portato il virus con sè dal Sud America, dove l’influenza aviaria ha già ucciso un gran numero di specie di leoni e uccelli marini. La preoccupazione della comunità scientifica riguarda soprattutto il danno che potrebbe causare alla biodiversità dell’Antartide, poiché alcune specie non sono mai entrate in contatto con il virus. L’aviaria potrebbe dunque rappresentare un pericolo per le specie uniche ed esistenti solo in quella determinata regione. Non mancano però dati positivi che dimostrano che, in alcune parti del mondo (nel Regno Unito), sono stati riscontrati casi di immunità aviaria contro questo virus.

L’influenza aviaria è altamente diffusiva e un pericolo per la fauna antartica

La patologia è chiamata così, in quanto è dovuta a un virus della stessa famiglia del virus dell’influenza umana (Orthomyxoviridae), in particolare appartenente al ceppo A, che colpisce gli uccelli. Proprio come il virus umano, è caratterizzato da alta diffusibilità e sintomi che possono essere a patogenicità elevata oppure bassa, a seconda degli individui colpiti. L’aviaria non è contagiosa per gli esseri umani, ma rientra nelle malattie sottoposte a uno specifico piano di sorveglianza sanitaria. Infatti, il contatto tra uccelli infetti (generalmente selvatici) e animali da bestiame (come, ad esempio, il pollame) potrebbe aumentare la probabilità di mutazione del virus, causando la formazione di nuovi sottotipi che potrebbero risultare contagiosi anche per la specie umana.

L’importanza di preservare un continente come l’Antartide

Gli ecosistemi polari sono caratterizzati da condizioni ambientali estreme: i mari polari raramente raggiungono temperature superiori a 5 °C, mentre gli habitat terrestri e alcuni habitat sono fortemente influenzati dai processi stagionali di gelo-disgelo, che richiedono che il biota possieda capacità fisiologiche altamente specializzate per persistere e prosperare. Ciò ha permesso l’evoluzione di nuove specie che non possono persistere al di fuori degli ecosistemi polari. Un cambiamento di questo equilibrio potrebbe influenzare tutto il territorio antartico e, di conseguenza, anche gli scambi con gli altri continenti, determinando un’alterazione dell’ecosistema globale.

Inoltre, proteggere una fauna particolare come quella antartica, ora raggiunta dall’aviaria, potrebbe consentire alla scienza di comprendere i meccanismi alla base delle sue caratteristiche peculiari e poterli applicare in altri ambiti altrettanto fondamentali per l’innovazione scientifica.

Miriana Di Gloria

Miriana Di Gloria
Studio biologia, per questo credo fermamente nella scienza come motore innovativo. Ho a cuore tematiche ambientali, sanitarie ed egualitarie più di qualsiasi altra cosa, per questo motivo credo nella collettivizzazione della scienza. Nel mio piccolo, cerco di affermarlo combattendo la disinformazione scientifica.

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