“La lotta paga”. I 5 operai licenziati dalla Fiat di Pomigliano sono stati reintegrati. Il loro licenziamento è stato dichiarato illegittimo dai giudici.
Oggi è una giornata fondamentale per la città di Napoli. Non solo perché ricorre l’anniversario della liberazione dall’occupazione nazifascista ma perché, i 5 operai licenziati dalla Fiat per aver espresso la propria opinione mediante la satira, hanno riottenuto il proprio posto di lavoro.
Ai primi di Agosto ho intervistato questi cinque uomini. Si tratta di Mimmo Mignano, Marco Cusano, Roberto Fabbricatore, Massimo Napolitano e Antonio Montella. Questi 5 operai licenziati dalla Fiat, mi spiegarono: “Viene costituito il polo logistico di Nola. Doveva essere all’avanguardia e rappresentare un passo in avanti per l’azienda. Quel polo non è mai andato in funzione. Quel posto ospitava 316 operai per poche ore al mese. Veniva utilizzato come confine per i disobbedienti del regime Marchionne. Una terra di mezzo dove gli operai erano costretti ad una cassa integrazione di 0 ore con 600 euro al mese. Oltre all’aspetto strettamente economico, fondamentale era anche lo status mentale degli operai. Il malessere si insinuò in loro. In quel reparto ci sono stati 3 Suicidi e altrettanti tentativi disperati. L’ultimo è stato quello di Maria Baratto. La sua morte ci aveva sconvolti. Noi abbiamo utilizzato spesso la satira come mezzo di denuncia. Pensammo di inscenare l’impiccagione di Marchionne fuori dai luoghi di produzione e fuori l’orario di lavoro. Alla base di questo gesto vi era una forte rabbia e sensibilità. Volevamo che Marchionne prendesse atto della nostra denuncia e di quelle morti. 10 Giorni dopo l’inscenata impiccagione partì il licenziamento. Negare la libertà di satira significa venir meno alla Costituzione italiana”
La vicenda giudiziaria è stata altalenante. Il tribunale di Nola si è sempre pronunciato dalla parte di Marchionne respingendo la richiesta di rientro dei 5 operai licenziati dalla Fiat. Ma oggi arriva la svolta grazie al tribunale civile di Napoli che ha ribaltato la scena facendo reintegrare i cinque.
Maria Bianca Russo