Baku, Azerbaijan, non è solo la capitale e città più popolosa dello Stato e di tutto il Caucaso, con la sua millenaria tradizione, la suggestiva città vecchia (dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2000) e il turismo. Nel 2016, Baku, sarà anche, con tutte le probabilità legate al caso, un’importante data del calendario del mondiale di Formula Uno, nella fattispecie del Gran Premio d’Europa. Al di là dei legittimi dubbi sull’equazione Azerbaijan=Europa, forte di grandi ambizioni e pittorescamente dipinta come la Montecarlo del Caucaso, Baku ospiterà un cittadino. Disegnato da Hermann Tilke, il progetto iniziale del circuito non ha potuto non far nascere di già i primi dubbi, a partire dalle 8 curve a 90 gradi e per finire con gli allunghi forzati sui rettilinei (inutili secondo alcuni), che portano la pista alla lunghezza complessiva di 6.05 km, per un totale in gara di 51 giri. Velocità media stimata di 208 km/h e con un tratto in salita di 1.5 km, in complessivo ci saranno 20 curve, staccate brusche e discreta possibilità di sorpasso grazie ai lunghi rettilinei.
“Dato il suo sviluppo all’interno della città, la gara sarà semplicemente fantastica – ha commentato il capo delle operazioni per il Gran Premio, Chingiz Mehdiyev – Passerà in riva al mare e girerà intorno alla città vecchia, che è una zona patrimonio dell’Unesco. Prevede curve molto toste, salite, discese. Penso che sarà una sfida per i piloti”.
Di una sfida sicuramente si può parlare, invece, se ci riferiamo al discorso finanziamenti, che Bernie Ecclestone ha subito fiutato: i costi, infatti, sono garantiti dal Governo, che pagherà anche la tassa di iscrizione alla Fom, e senza il quale neanche la nuova versione sportiva di Baku – sede dei Giochi Europei quest’anno – sarebbe stata capace di farsi valere. Il rischio, in questi casi, è il solito. E cioè di portare la Formula Uno in giro nel mondo, soprattutto lì dove paghi profumatamente, con la possibilità quasi certa di rimanere a secco di pubblico. Saranno infatti poco meno di 20.000 i posti disponibili sulle tribune temporanee (che immaginiamo saranno i più cari).
“Sarà un circuito piuttosto piccolo per quel che riguarda i posti a sedere, avremo solo 19.500 posti sulle tribune. Avremo un’area di posti in piedi, sono 2 chilometri sul lungomare e cercheremo di metterci il maggior numero possibile di persone”.
Intanto le operazioni procedono, e Baku dovrebbe essere pronta almeno per luglio 2016, precisamente il 17 (in seguito al posticipo della data di inizio a Melbourne il 3 aprile), con l’assistenza all’organizzazione, grazie ai buoni uffici di Flavio Briatore, proprio dallo staff di Monaco. “Baku è sulla buona strada – prosegue nell’intervista rilasciata alla Reuters Mehdiyev – Stiamo lavorando al progetto, lo abbiamo quasi completato, ora stiamo attraversando alcune fasi di omologazione e dopodiché potremo iniziare a lavorare sulle costruzioni già presenti. Ci sono alcune opere civili che devono essere fatte, perché la nostra gara è all’interno della città, quindi stiamo per iniziare a sistemare le recinzioni, in modo che tutto sarà preparato in anticipo e per la gara sarà tutto totalmente pronto”.
Dal 2016 potremo saperne di più. Intanto l’impressione è di non star commentando assolutamente nulla di nuovo della Formula Uno odierna. Solo l’ennesima mossa di mercato, presieduta dalle stesse teste di sempre. Le stesse, insomma, anche grazie alle quali saremo forse costretti a dire addio a Monza e “benvenuta” a Baku; le stesse che sentenziano come “pericolosi” i lunghi rettilinei del vecchio Hockenheim e che non si creano problemi sul realizzare lunghi e veloci tratti di pista nel bel mezzo della Città Vecchia della capitale azera.
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Nicola Puca