Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico in tenda in piazza Leonardo per protestare contro il caro affitti (foto scattata da Matteo Corner)

Il 4 maggio una studentessa ha montato una tenda davanti al Politecnico di Milano per attirare l’attenzione sulla crisi abitativa che affligge l’Italia. Il gesto provocatorio di Ilaria Lamera ha poi spinto altri studenti a unirsi alla protesta per chiedere soluzioni immediate al problema. Ogni anno, infatti, aumenta il numero di giovani che non riescono a trovare un alloggio o sono costretti a pagare dei prezzi esorbitanti per vivere nelle città universitarie.

I costi insostenibili che minacciano il diritto allo studio

Negli ultimi anni il rapido aumento dei prezzi degli affitti ha reso inaccessibile la maggior parte degli alloggi studenteschi. Inoltre, la scarsità di soluzioni economiche nelle vicinanze delle università e la mancanza di politiche abitative adeguate hanno accentuato la crisi.

Secondo un report di Scenari Immobiliari, «il numero di studenti universitari fuori sede […] nel 2022 è aumentato di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 ed ammonta a oltre 660mila ragazzi, con una crescita di oltre otto punti percentuali (+8,3%) rispetto al 2010». Tuttavia, all’aumento degli studenti fuori sede corrisponde anche un incremento degli affitti, infatti «nella città di Milano le punte rilevate per vivere all’interno di studentati raggiungono i 1.200 euro/camera/mese, Bologna si ferma a 1.100 euro/camera/mese mentre per Roma sono necessari 1.150 euro/camera/mese. […] Rispetto a 12 mesi fa, i canoni delle zone con forte pressione studentesca della città di Padova sono aumentati di quasi il 20%, segue la città di Bologna con il 19,5% in più».

La crisi abitativa che coinvolge gli studenti non è solo un problema delle singole città, bensì riflette anche una questione sociale più ampia: l’accesso a un alloggio adeguato è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini, compresi i giovani universitari. Le proteste degli studenti nelle tende sono un grido di allarme che richiede un’azione immediata. La crisi abitativa non può essere ignorata e la nostra società deve trovare soluzioni sostenibili per garantire a tutti gli studenti un alloggio adatto.

Ilaria Lamera, la portavoce degli studenti

Ilaria Lamera contro la crisi abitativa (fonte: corriere.it)

A dare inizio alle proteste è stata Ilaria Lamera, studentessa determinata e coraggiosa, che il 4 maggio ha piantato la sua tenda fuori dal Politecnico di Milano. Con questa iniziativa audace, Ilaria ha voluto dare voce a migliaia di studenti che vivono nell’incertezza abitativa e affrontano sfide quotidiane legate alla mancanza di alloggi accessibili e convenienti.

Durante un’intervista a Fanpage, la studentessa descrive uno scenario allarmante: «le camere singole avevano tutte dei prezzi esorbitanti troppo alti per me e le camere doppie invece erano invivibili o troppo piccole o senza contratto, quindi era infattibile. […] Mi è capitato più volte che per messaggio mi dicessero di affittare una camera per 500 euro al mese e poi quando mi presentavo, con i costi di agenzia, spese e quant’altro, si passavano gli 800 euro al mese».

Il suo gesto ha scosso la coscienza collettiva e ha ispirato molti altri studenti a unirsi alla protesta. Ilaria Lamera ha sollecitato l’attenzione delle istituzioni, chiedendo azioni concrete per affrontare la questione: un impegno maggiore nella costruzione di alloggi studenteschi a prezzi vantaggiosi, l’implementazione di politiche di sostegno agli studenti in difficoltà e l’adozione di misure legislative per affrontare la crisi abitativa in modo più ampio.

Mentre la sua tenda rimane piantata fuori dal Politecnico di Milano, Ilaria Lamera continua a lottare per un cambiamento significativo nella situazione abitativa degli studenti universitari. La sua voce, insieme a quelle di tanti altri studenti, rappresenta una pressante richiesta di soluzioni concrete per un futuro in cui l’accesso all’istruzione non sia compromesso dalla crisi abitativa.

Le possibili soluzioni alla crisi abitativa

Protesta degli studenti a Firenze (fonte: repubblica.it)

Come dichiarato anche da Emily Clancy, assessora alla casa e vicesindaca del Comune di Bologna, a Valigia Blu: «Serve una regia a livello nazionale, con il governo che definisca una direzione comune da dare al mercato immobiliare nelle grandi città italiane ad alta tensione abitativa». In molti chiedono al governo e alle istituzioni locali di intervenire per affrontare la crisi abitativa degli studenti. È necessario sviluppare delle politiche adeguate, che tengano conto delle specifiche esigenze degli studenti universitari e garantiscano loro un accesso equo alle soluzioni abitative. Ecco alcune possibili strategie proposte per risolvere la crisi abitativa degli studenti fuori sede e migliorare la loro esperienza universitaria:

  • Costruzione di nuovi alloggi studenteschi:

Le istituzioni accademiche, in collaborazione con il governo e il settore privato, potrebbero investire nella costruzione di nuove residenze universitarie. Queste strutture dovrebbero essere convenienti e offrire un ambiente sicuro e confortevole per gli studenti.

  • Collaborazione tra università e privati:

Le università potrebbero stipulare delle convenzioni con i proprietari di alloggi privati per creare programmi di affitto agevolato per gli studenti. Questo potrebbe comportare sconti sulle tariffe di affitto o condizioni contrattuali più favorevoli per i fuori sede. Inoltre, tali collaborazioni potrebbero incentivare i proprietari a adattare gli alloggi per soddisfare le esigenze degli studenti.

  • Sostegno finanziario agli studenti:

La crisi abitativa spesso è correlata a questioni finanziarie. Le istituzioni accademiche potrebbero offrire borse di studio o sussidi aggiuntivi per gli studenti che affrontano difficoltà nel pagare l’affitto. Inoltre, potrebbero essere implementati programmi di supporto al reddito per coloro che hanno bisogno di assistenza finanziaria supplementare.

La crisi abitativa degli studenti fuori sede richiede una risposta immediata e coordinata da parte delle istituzioni accademiche, del governo e del settore privato. La costruzione di nuovi alloggi studenteschi, la collaborazione con i proprietari privati, lo sviluppo di un sistema di segnalazione degli alloggi, l’incentivazione della mobilità studentesca e il sostegno finanziario agli studenti possono contribuire a risolvere questa problematica. È fondamentale che tutti gli attori coinvolti collaborino per garantire agli studenti fuori sede la possibilità di godere di un alloggio adeguato ed economico, consentendo loro di concentrarsi sui loro studi e avere un’esperienza universitaria gratificante.

Matthew Andrea D’Alessio

Matthew Andrea D'Alessio
Sono nato nel 1999 e ho trascorso la mia infanzia leggendo libri e scrivendo storie. Questa passione mi ha spinto a intraprendere gli studi umanistici all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove mi sono laureato in lingue orientali. Convinto che la conoscenza debba essere alla portata di tutti, collaboro con Libero Pensiero per diffondere l’informazione nel rispetto dell’obiettività giornalistica.

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