Perché una donna non può essere Papa? Questa è la domanda intorno a cui gira lo spettacolo Sic Transit Gloria Mundi, in scena al Teatro Tram di Napoli dal 25 al 30 aprile.
Scritto e diretto da Alberto Rizzi e interpretato interamente dall’attrice unica Chiara Mascalzoni, lo spettacolo è un monologo che decostruisce con ironia (che diventa autoironia in bocca all’attrice donna) le infondate ma pompose giustificazioni con cui la chiesa cattolica maschera il proprio maschilsmo millenario.
L’attrice si addentra nei cunicoli polverosi dell’ipocrisia ecclesiastica e butta a terra le maschere di un’istituzione che paternalisticamente difende le donne mentre nega loro persino la dignità umana, e lo fa senza risparmiare nessuno, nemmeno Papa Bergoglio che tuttora difende una femminilità solo verginale ed infermiera.
Si propone quindi l’entrata in scena di un’inventata Papessa, Elisabetta I, come esempio estremo (ma davvero lo è?) di emancipazione femminile in un mondo sacro intriso di peccato.
Sic Transit Gloria Mundi è un buon esempio di come il teatro possa essere strumento politico; poiché l’attore crea sul palco qualcosa che è del tutto simile alla realtà, ci dà la possibilità di sperimentarne altre varianti, a volte migliori: qui la comicità è atto di ribellione.
“Una metafora, una risata, una poetica fantasia a volte ci raccontano la realtà in modo più chiaro e soprendete della realtà stessa”.
Un tema scottante affrontato come gioco scenico, intriso di comincità quasi da cabaret, laddove il rapporto con il pubblico sfiora il colloquiale.
Al proposito abbiamo intervistato il regista Alberto Rizzi:
Perché uno spettacolo femminista? Quanto ha influenzato il crescente interesse nei confronti delle questioni di genere nella scelta del tema dello spettacolo?
Sono partito proprio da quello: volevo fare uno spettacolo femminista, che parlasse del ruolo delle donne. Visto che ci sono un milione di spettacoli, film e libri che lo fanno, dire qualcosa di originale è difficile. Ho pensato che ci sono donne in carriera, donne manager, ma non ancora una donna Papa. Sono partito dall’idea che non ci fosse nessuna legge che lo vieta, è talmente assurdo che non c’è neanche bisogno di vietarlo. Poi in realtà è poco probabile, ma non sarebbe impossibile: non c’è scritto da nessuna parte che una donna non possa essere Papa. Ma non solo, non è nemmeno nel messaggio di Gesù e dei Vangeli. Allora sono partito da qui per poi parlare del maschilsmo della società in generale, perchè il discorso non è puramente tecnico né solo riferito alla Chiesa Cattolica.
Perché la Chiesa Cattolica è un buono strumento teorico per parlare di maschilismo?
Lo è perchè la gente è molto interessata alle ragioni della Chiesa, è un’istituzione molto importante e per quasi duemila anni c’è stata un’identità tra il pensiero della Chiesa e il pensiero della società. Quello che dice la Chiesa a riguardo è un sentire comune, anche per chi non è credente e chi non aderisce: siamo tutti comunque influenzati dall’identità cattolica, ci siamo dentro, ci viviamo.
Quanto funziona il duo Alberto Rizzi-Chiara Mascalzoni?
Ci mettiamo dentro il meglio di quello che possiamo e c’è una buona intesa perché ci conosciamo da molti anni. Sono spettacoli che non potrebbero mai nascere a tavolino, io ovviamente scrivo sopra al suo personaggio, le faccio un vestito su misura sia nella scrittura che nella regia, lei poi è un’ottima esecutrice e quindi si crea questo binomio che in scena diventa unico.
Sic Transit Gloria Mundi, dal 25 al 30 aprile al Teatro Tram di Napoli
Scritto e diretto da Alberto Rizzi
con Chiara Mascalzoni
una produzione Ippogrifo Produzioni
Lo spettacolo è vincitore del secondo posto al premio CERVI 2016, del premio Miglior Spettacolo del PREMIO ENDAS-Voci della società giovanile 2016 e del Premio a Chiara Mascalzani per la Miglior Interpretazione al DOIT FESTIVAL 2017.
Ludovica Perina