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Milan, parabola discendente

Il club italiano più titolato al mondo sta attraversando una crisi senza precedenti. La conquista della Coppa Italia potrebbe rappresentare però l’inizio di un nuovo ciclo vincente.

L’A.C. Milan, come ben tutti sappiamo, è uno dei club più titolati al mondo e la squadra italiana con maggior successi nelle competizioni internazionali. Un patrimonio dell’intero movimento calcistico nostrano che però, negli ultimi anni, sembra essersi offuscato, non solo a livello europeo. Infatti, anche nel nostro campionato, i rossoneri stanno faticando e non poco, non riuscendo a ritrovare quella continuità di successi che ha contraddistinto tutta la loro storia. L’ultima apparizione in Champions League della squadra meneghina risale al 2014 quando furono eliminati con un sonoro poker dall’Atletico Madrid, mentre l’ultima gioia conquistata in campionato risale addirittura al 2011, allorché i rossoneri si laurearono Campioni d’Italia grazie alle prodezze di un grande campione quale Zlatan Ibrahimovic.

Ma perché questa parabola discendente sembra sempre più inesorabile? Il primo motivo, forse fondamentale da analizzare, risiede certamente nell’assetto societario. Una gestione paradossale, mirata al risparmio, non poteva che ridimensionare gli obiettivi di un club abituato a vincere. E il tanto auspicato ingresso in società di Mr. Bee, mai avvenuto, non ha fatto altro che aumentare le incertezze. Altro fattore da non trascurare è senza ombra di dubbio quello della mancanza di carattere attribuita da molti al non aver ingaggiato allenatori di un certo calibro (Inzaghi, Seedorf), che seppur dimostratisi grandi campioni, che tanto hanno dato alla causa nei loro trascorsi da giocatori tra le fila milaniste, non sono riusciti nel loro ruolo da coach a donare quella tranquillità mentale e le giuste motivazioni per raggiungere gli obiettivi prefissati. Quest’anno, a maggior ragione, la confusione sulla pianificazione tecnica sembra essersi ripetuta: Sinisa Mihajlovic è stato sull’orlo dell’esonero per quasi tutto il campionato, reo di non aver mai dato alla squadra un gioco fluido ed un’organizzazione difensiva degna di tal nome. Esonero che poi è effettivamente avvenuto, con l’ingaggio di un altro allenatore sulla falsa riga dei precedenti, ossia Christian Brocchi. In terzo luogo, sembra esser stato determinante il mercato condotto, teso solo ad allontanare i campionissimi non sostituendoli con altrettanti calciatori dello stesso calibro. Agli occhi degli addetti ai lavori sembrano troppi i cinquanta milioni di euro spesi per due giocatori, come Romagnoli e Bertolacci, che seppur di sicuro avvenire, non sono stati in grado di raggiungere i risultati sperati. Ma in tutto ciò c’è anche una nota lieta: l’acquisto di Carlos Bacca, un ottimo attaccante che finalmente ha ridato ai rossoneri un bomber a tutti gli effetti.

La classifica attuale vede il Milan al sesto posto, che però è puntato dritto dal Sassuolo. Per cui ai rossoneri servirebbero tre vittorie nelle restanti giornate di campionato per guadagnarsi l’accesso almeno ai preliminari di Europa League. La stagione però, non si conclude solo a quest’obiettivo: nella mente della dirigenza e dei tifosi c’è infatti la conquista della Coppa Italia, da giocarsi il prossimo 21 maggio allo stadio Olimpico di Roma contro la Juventus dell’ex mister Allegri. L’occasione è ghiotta: i rossoneri vogliono tornare a vincere, e faranno di tutto per rialzare un trofeo che da troppo tempo manca in bacheca.

Luca Orefice

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