Per qualche settimana è parso che in Iran la polizia morale fosse stata abolita, a seguito delle proteste della popolazione dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata per aver indossato l’hijab in modo non conforme e morta in cella il 16 settembre. Lo aveva annunciato il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri durante una conferenza stampa. Ma le sue parole sono molto lontane dalla realtà.
Le forze di polizia e le istituzioni che hanno il compito di controllare la popolazione sono molto numerose in Iran. Nascono già nel 1979, quando lo Scià Mohammad Reza Pahlavi fugge dal Paese a seguito di imponenti proteste e a prendere il suo posto c’è l’Ayatollah Ruhollah Khomeini che diventa “guida suprema” del paese. l’Ayatollah Khomeini indice due referendum: con il primo istituisce la Repubblica Islamica come la conosciamo oggi e con il secondo sancisce la nascita del corpo delle Guardie rivoluzionarie. Queste milizie avevano il compito di controllare l’economia iraniana e avevano incarichi militari soprattutto all’estero. Nel 1980 il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale ricopriva una funzione simile a quella della polizia morale: tra le altre cose, avevano il compito di controllare che le donne indossassero l’hijab come voleva la legge. Nel 2005 la polizia morale diventa un’organizzazione a sé stante che risponde alla guida suprema. Attualmente, continua a rispondere al Presidente della Repubblica Islamica, Ebrahim Raisi.
«La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata. La magistratura continuerà a monitorare le azioni della popolazione» ha aggiunto durante la conferenza stampa il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri rimarcando a chi lo ascolta che la legge che rende obbligatorio l’hijab esiste ancora. Anche se la polizia morare verrà abolita le sanzioni per le donne che non indossano il velo varranno ancora.
Le parole del procuratore generale arrivano, tuttavia, sono arrivate a due giorni dalla notizia che il Parlamento iraniano stesse rivedendo la legge sull’obbligo del velo. Al momento, però, non è stato ancora confermato da organi ufficiali se la legge sia effettivamente in revisione.
Ci sono stati comunque dei tentativi dei media iraniani di chiarire la situazione: la televisione statale Al-Alam ha dichiarato che sono stati i media stranieri a dare quella sfumatura di significato alle parole di Montazeri, il quale invece stava solo sottolineando che la polizia morale non è collegata al potere giudiziario, ma che non fosse effettivamente stata abolita. La decisione di sciogliere la polizia morale, al momento, è nelle mani del Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale, che non ha né confermato né smentito la notizia.
Insomma, in Iran il potere coercitivo di milizie come la polizia morale è ancora saldo. Mentre le proteste di giovani e donne non si placano, non è chiaro quale direzione possa prendere il regime degli Ayatollah, che cerca di conservare il proprio potere servendosi sia del bastone (soprattutto) che della carota.
Gaia Russo