Nelle avvocatesse di Giustizia Possibile risuona l’ultimo inno alla speranza dei cittadini del Vallo di Diano. Le fautrici dell’associazione, nata in seguito alle vicende che hanno portato alla soppressione del Tribunale di Sala Consilina nel Settembre del 2013, incontrano il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
“Se vuoi davvero qualcosa, corri a prenderla”. Non se lo son fatto ripetere due volte le avvocatesse Elisabetta Giordano, Silvana Viola e Sonia Alfisi, che con la loro associazione Giustizia Possibile – Tribunale a Sala Consilina, lanciano un chiaro messaggio alla politica territoriale e a tutti i cittadini. La soppressione del tribunale di Sala Consilina, accorpato nel 2013 a quello di Lagonegro (PZ) per motivi ancora incerti, è una ferita ancora aperta.
Anche se per molti dei protagonisti di allora e per i politici di oggi sembri un caso chiuso, ecco arrivare un grande insegnamento da tre donne che hanno vissuto in prima persona gli emblematici avvenimenti che portarono alla chiusura del Palazzo di Giustizia. Le avvocatesse irriverenti sono partite alla volta della Capitale alla ricerca del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, per vedere se poi è così difficile stabilire un contatto con i “piani alti”.
Risultato?
“Per la verità il Ministro si è dimostrato molto disponibile nei nostri confronti -raccontano Elisabetta Giordano e Silvana Viola a Italia 2 Tv– e ha anche evidenziato di conoscere bene la situazione del Tribunale di Sala Consilina. Situazione che ci ha ribadito essere complessa per il ripristino, facendoci però comprendere che i giochi non sono ancora fatti”. “Al Ministro -aggiungono Elisabetta Giordano e Silvana Viola – che in questi giorni è impegnato a ribadire il SI a referendum, noi abbiamo ribadito il nostro SI al Tribunale di Sala Consilina”.
Le tre avvocatesse dimostrano ancora una volta, con caparbietà e fermezza, che le battaglie si vincono lottando. Soli pochi giorni fa l’associazione Giustizia Possibile aveva recapitato al Sindaco di Sala Consilina e al Ministero della Giustizia 21 delibere per il recupero del Tribunale, firmate dai comuni del Vallo di Diano. L’atteggiamento delle tre avvocatesse è un segnale da cogliere al balzo, è questa la direzione nella quale dovrebbe assestarsi il “modus agendi” dei cittadini valdianesi, troppo spesso flemmatici, assorti dalla concezione antitetica del “so’ tutti mariuoli, che amma fa?”.
C’è tanto da fare. C’è chi, invece, come Gennaro Migliore, in piena campagna referendaria prende a cuore le sorti del Tribunale di Vallo della Lucania (storia analoga a quella di Sala Consilina). E la colpa è da attribuire anche a chi ha permesso che tutto ciò si verificasse. Alla luce di quanto è accaduto, bisognerebbe sottoporsi ad un esame di coscienza (“E se io non avessi fatto abbastanza per difendere ciò che non volevo mi venisse sottratto?”).
C’è chi insegna che la giustizia non è certa, ma è possibile.
Gli Afterhours cantavano nel 1999:
“Ma non c’è niente
che sia per sempre
il tuo diploma in fallimento
è una laurea per reagire”
Giuseppe Luisi