«Il comandante in capo della Rivoluzione cubana è deceduto stasera alle 22.29», ha annunciato Raúl Castro, fratello del líder máximo. «Il corpo di Fidel Castro sarà cremato nelle prossime ore» – conclude: «Hasta la victoria, siempre».
A svegliarmi stamane, i messaggi dei miei compagni: “E’ morto Fidel Castro ”. Dopo una prima fase di negazione, ho provato una profonda tristezza, che mi accompagna ancora… mentre scrivo queste poche righe.
Fidel Castro è morto a Cuba all’età di 90 anni. Simbolo, insieme a Che Guevara, della rivoluzione cubana.
Correva l’anno 1953, un gruppo d’insorti capeggiato dal giovane avvocato progressista Fidel Castro prese d’assalto la caserma Santiago di Cuba. Iniziava la Rivoluzione Cubana. Lo scopo era quello di dare il via alla ribellione contro il regime Batista, instauratosi dopo un golpe nel 1952. Alla base del movimento rivoluzionario vi era il rifiuto nei confronti di un regime violento che abusava delle libertà, non solo individuali, ma di un intero stato. Fallita la prima impresa, Castro fu costretto a scappare in Messico. Qui creò – insieme a suo fratello Raul e all’argentino Ernesto Che Guevara – un nucleo rivoluzionario. Il 2 Dicembre 1956 Fidel sbarcò clandestinamente a Cuba. Nel 57 il moto rivoluzionario iniziò a guadagnare terreno, sopratutto tra i contadini della Sierra, colpiti dalle rappresaglie delle truppe Batiste. Il moto si estese, in poco più di un mese i partigiani castristi occuparono numerosi centri urbani. Si aprirono così la strada verso l’Avana.
Nel 1959 Batista lasciò il Paese. Preso il potere, Fidel seguì due binari paralleli. Da un lato la collettivizzazione delle terre, dall’altro la capacità di creare posti di lavoro nonostante l’embargo imposto dall’America. Grazie a Castro l’istruzione e la sanità vennero rese accessibili a tutti. Attualmente, il governo sta portando avanti un programma che consente a studenti stranieri di trasferirsi sull’isola e seguire corsi di studio universitari gratuiti. Ad oggi sono circa ventiduemila i ragazzi provenienti dall’estero, soprattutto dai Paesi del terzo mondo.
Non si potrebbe dire lo stesso dell’Italia o di altri Paesi che ostentano una democrazia di facciata che serve, però, a mascherare la mancanza in materia di diritti umani.
Noi occidentali (e non solo) che, soffriamo di una malattia: Predicare la democrazia ma non praticarla. In Italia, dall’istruzione alla sanità, dal lavoro alla legalità, viviamo una profonda crisi.
Fidel Castro diceva: “ Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti, in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lottare si potrà avere la libertà”.