Ogni supereroe ha il suo passato, le sue sofferenze, traumi che, per quanto dolorosi, lo hanno segnato intimamente e indirizzato verso la sua futura lotta contro il crimine. Non ci sarebbe forse lo Spiderman di turno, se quella sera un ladro non avesse sparato allo zio Ben, facendo scattare nel giovane Peter Parker il suo impulso eroico, perché a nessun altro potesse accadere la stessa cosa; e nemmeno parleremmo oggi dell’alter ego di Banner lo scienziato, se un errore di laboratorio non ne avesse trasformato la metà nell’incredibile Hulk.

vlcsnap-2014-10-01-12h10m35s244Alle spalle di Batman, invece, si erge la difficile storia di un ragazzino che, dopo lo spietato omicidio dei suoi genitori, inizia ad assistere dentro di sé un processo di autodeterminazione ed allontanamento dalla paura. La paura, tanto la sua più grande nemica, quanto il motore che ha alimentato la nascita dell’eroe di Gotham City. Il piccolo Bruce terrà l’accaduto continuamente sulla coscienza, colpevolizzandosi inutilmente di non aver mosso un dito e, per questo, di essere stato risparmiato, solo perché anche il grilletto di un malvivente si ferma davanti all’innocenza di un bambino.

La scena, ormai, è diventata un must in tutte le trasposizioni filmiche o seriali relative al Cavaliere Oscuro. Da quel momento in poi, la storia ha sempre fatto un grossissimo salto in avanti e ci ha subito catapultati nell’universo dell’uomo-pipistrello, alle prese con una città dove il crimine e la corruzione sono all’ordine del giorno. E in tutto questo tempo cosa è successo? Cosa ha fatto di Gotham la città noir che i fumetti e il grande schermo ci hanno fatto conoscere?

La risposta, o almeno un tentativo, la offre il nuovo prodotto ideato e realizzato da Bruno Heller per FOX. La serie, le cui prime due puntate sono andate in onda su Italia Uno a partire dal 12 ottobre scorso, ha debuttato con 8,3 milioni di telespettatori (3.3 rating nella fascia 18-49 anni),  e a partire dal terzo appuntamento si è spostata in prima visione sul canale pay Premium Action, dove tornerà domani sera con l’episodio 1×06.

gotham-trailer-02James Gordon (Ben McKenzie) è un giovane detective della Polizia di Gotham City, da poco assunto e immediatamente messo alla prova quando gli si affida, insieme al collega Harvey Bullock (Donal Logue) uno dei casi più importanti sui quali il Dipartimento possa mai aver messo le mani. Parliamo proprio dell’omicidio dei coniugi Wayne, una tra le più ricche famiglie di tutta la città, la cui scena del crimine farà da sfondo al suo primo incontro con il piccolo Bruce (David Mazouz). 

Jim, veterano dell’esercito e figlio di un ex procuratore distrettuale, gli promette di scoprire chi ha ucciso i suoi genitori, e soprattutto perché. Calato perfettamente nei panni, l’ex star di “The O.C.” rispecchia piuttosto discretamente la personalità del futuro Commissario di Gotham, colta anche da chi del Cavaliere Oscuro ha avuto solo esperienza cinematografica. Merito, in questo caso, soprattutto della trilogia dei fratelli Nolan, da cui traspare chiaramente l’immagine melancolica dell’ultimo uomo onesto in una città di criminali.

“Arriva in una città che non vede da vent’anni, da quando era bambino – dice di lui lo stesso McKenzie – e ha un punto di vista del tutto nuovo su un mondo che in realtà non conosce. Crede di conoscerlo e il vero fulcro della storia sarà come riuscire a fare del suo meglio per se stesso e la città senza perdere quella bussola morale che lo contraddistingue. È un eroe, non un anti-eroe, ma dovrà scendere a compromessi”.

10329740_825528067477185_3121435641284371003_oCompromessi dettati dalla grande potenza dei criminali della città, ognuno dei quali un giorno comparirà come uno dei tanti villains nell’universo batmaniano. E allora ecco come le emozioni dei fan di vecchia data si sentono tirate in ballo quando, solo nel giro di un episodio – il Pilot – si vedono comparire, anche se piuttosto alla rinfusa, prima Selina Kyle, una giovane CatWoman alla stregua di una tredicenne senzatetto e forse con una madre (chissà dove), poi l’occhialuto Edward Nigma, alias l’Enigmista, assistente della scientifica del Dipartimento di Polizia; una piccola Ivy Pepper, la cui anche solo capigliatura somiglia ad una pianta, e infine uno tra i meglio interpretati, ovverosia Oswald Cobblepot (Robin Lord Taylor). Il Pinguino, così soprannominato, è il bizzarro tirapiedi dell’avvenente Fish Mooney, braccio destro del boss Carmine Falcone.

La serie ha un potenziale narrativo decisamente esplosivo, sul quale si sono costruite negli ultimi mesi delle grosse aspettative; tuttavia, dalle prime uscite, non ha destato le reazioni sperate, pur presentandosi come un prodotto all’altezza della serialità moderna. La confusionaria presentazione dei personaggi, la lunga serie di allusioni e riferimenti alla trama delle pagine scritte da Bob Kane, hanno reso lo starting point di “Gotham” quasi un prodotto di nicchia, indirizzato ai soli appassionati, sullo sfondo di una storyline dalle caratteristiche di un thriller metropolitano.

È presto comunque per dare giudizi complessivi. D’altronde, siamo solo all’inizio.

Nicola Puca

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