Il Governo brasiliano ha recentemente concesso l’estrazione mineraria all’interno della riserva naturale della Renca, area compresa tra gli stati di Amapa e Para all’interno della Foresta Amazzonica.
La riserva in questione è ricca di minerali tra cui ferro, nichel e oro ed è da tempo nel mirino delle industrie estrattive. Il territorio si estende per circa 46000 chilometri quadrati a nord est del paese sudamericano e da oltre trent’anni è stato inesplorato in quanto protetto dalle numerose politiche ambientali messe in atto dai governi precedenti a difesa delle comunità indigene dell’Amazzonia.
A seguito della votazione di impeachment da parte del Parlamento brasiliano nei confronti di Dilma Rousseff e la conseguente sospensione dalla carica Michel Temer, suo stretto collaboratore nonché Vicepresidente, ha assunto il ruolo di Presidente a partire dal 31 agosto 2016 come previsto dalla Costituzione.
Temer nel corso del suo mandato ha, finora, aperto alla privatizzazione di importanti aziende di stato, aeroporti e strade con l’obiettivo di rilanciare un’economia in crisi da circa tre anni. Grazie alle sue politiche sociali ed economiche il Presidente è riuscito nel suo intento acquistando la fiducia delle imprese locali.
Nonostante il Brasile si stia lentamente riprendendo dalla crisi, il malcontento sociale è elevato in quanto le recenti decisioni del Governo stanno fortemente danneggiando il territorio. L’esecutivo ha, infatti, abolito con un decreto legge la più grande riserva naturale del Paese per aprire alle attività minerarie non tenendo conto delle numerose proteste degli indios e degli ambientalisti.
Le pressioni da parte delle multinazionali che si occupano dell’estrazione dei minerali sono state molte nel corso degli anni, ma malgrado ciò la Renca è stata da sempre preservata. Dal 1984 ad oggi la vasta area della Foresta Amazzonica è stata la sede di parchi nazionali, riserve biologiche e territori indigeni agendo da polmone verde. Ora, grazie a questo repentino cambio di rotta da parte di Temer le popolazioni autoctone e le associazioni ambientaliste temono il peggio.
Il senatore dello stato di Amapa Randolfe Rodrigues ha così commentato la recente decisione del Governo:‘’Questo decreto è il più forte attacco all’Amazzonia degli ultimi 50 anni. Nemmeno la Transamazzonica è stata così offensiva, nessuno immaginava che il governo Temer potesse osare tanto.’’
Nel caso vengano concesse le autorizzazioni allo sfruttamento delle risorse minerarie da parte dei tribunali locali nel territorio della Renca le associazioni ambientaliste si sono dette pronte a dare battaglia. Temer ha rassicurato l’opposizione e i movimenti contrari al suo decreto che ciò non avverrà e che i diritti delle popolazioni autoctone dell’Amazzonia e l’ambiente verranno rispettati, ma ciononostante lo scetticismo permane.
Vincenzo Nicoletti