Sei mesi dopo, la Spagna torna alle urne. Due milioni di indecisi, oltre trentasei milioni di cittadini chiamati alle urne. Campagna elettorale a tratti sottotono, ma sostanzialmente una corsa a quattro: PP leggermente favorito, intorno al 30%, PSOE e coalizione di sinistra appaiati in una forbice tra il 21% e il 24% e poi Ciudadanos, più distaccato.
A partire dalle 21.00 aggiornamenti live per Libero Pensiero.
Primi exit-poll
I primi exit-poll danno il PP primo partito, tra 117 e 121 seggi (30% circa); la coalizione Unidos Podemos a quota 95 sorpassa il PSOE fermo a 85. Quarto, ben distaccato, Ciudadanos intorno a 30 seggi. PSOE e Unidos Podemos insieme raggiungerebbero il “magic number” di 176 seggi, maggioranza assoluta per il parlamento spagnolo.
Inizia lo scrutinio
ore 21.10 – 11% scrutato: PP 132 seggi, PSOE 93, Podemos 64, C’s 21.
ore 21.20 – 22% scrutato: PP 133, PSOE 92, Podemos 69, C’s 24.
ore 21.30 – 29% scrutato: PP 131, PSOE 92, Podemos 70, C’s 26.
#ElezioniSpagna A un 1/3 dello scrutinio, il “sorpasso” di #UnidosPodemos ai danni del #PSOE non sembra essersi verificato.
ore 21.34 – Partecipazione intorno al 68%, quattro punti percentuali inferiori rispetto alle elezioni dello scorso dicembre.
ore 21.35 – Scrutinio della città di Madrid molto arretrato (solo al 7%).
ore 21.40 – Scrutinio al 43,82%. PP a 132, PSOE 96, Unidos Podemos 69, C’s 28.
ore 21.50 – Scrutinio al 57,67%. PP 134 – PSOE 91 – Unidos Podemos 71 – C’s 29.
ore 21.54 – Unidos Podemos a 327.000 voti dal PSOE al 61% dello scrutinio.
ore 22.00 – “Dai panini con il chorizo ai gamberoni” in sede PSOE, il partito sembra aver retto ribaltando le aspettative dei sondaggi.
In sede Podemos facce deluse, a sorridere sono i partiti tradizionali: PP in ascesa, PSOE regge.
ore 22.05 – Errejón (n.2 di Unidos Podemos): «Ancora è presto per parlare, risultati incompleti. Ma sarebbe un brutto risultato».
ore 22.15 – Nella roccaforte socialista, l’Andalusia, il PP supererebbe il PSOE con 22 seggi contro 21.
ore 22.40 – PP e Ciudadanos insieme raggiungono 168 seggi, a sette seggi dalla maggioranza assoluta. (scrutinio al 90%).
ore 22.50 – Appaiono insieme Pablo Iglesias (Podemos) e Alberto Garzón (IU): «Ci preoccupa la perdita di consenso. Ci consolidiamo come spazio politico nel presente e nel futuro. Speravamo risultati diversi, ci preoccupa il risultato conservatore».
23.20 – In Calle Génova, sede del Partito Popolare, marea di bandiere azzurre, musica dance e cori “Mariano (Rajoy, ndr) Presidente”.
A scrutinio quasi concluso (procede spedito, al 98%), il PP sta già festeggiando il risultato elettorale. Con il 32% dei voti e 137 seggi ottenuti, i popolari migliorano nettamente il punteggio di dicembre facendo registrare una crescita di 14 seggi. A fare le spese del miglioramento del PP è il partito di Albert Rivera, Ciudadanos, che perde otto seggi rispetto al 20D e ne ottiene 32.
Secondo, con il 22%, il PSOE tiene la leadership a sinistra ma nonostante ciò perde cinque seggi rispetto alle elezioni di dicembre. Ha funzionato la strategia di appello al “voto utile” per convincere gli indecisi a sinistra. Pedro Sánchez ha già chiamato Mariano Rajoy per congratularsi della vittoria. Facce deluse e duri bilanci per la coalizione di sinistra di Unidos Podemos. Non si è verificato il “sorpasso” di cui si parlava insistentemente nelle ultime settimane. Nonostante questo, Pablo Iglesias ha ripetuto che la coalizione continuerà a correre insieme.
Il “rebus” post-elettorale comincia domani, con numeri incerti e maggioranze deboli. Il secondo tentativo non ha cambiato l’ingovernabilità per la Spagna e, in qualche modo, ha avuto un retrogusto bipolarista.
Giacomo Rosso