Ormai è un dato di fatto. Che si parli di Cinema o Televisione, il 2015 è stato dominato dalle donne: dall’acclamato Mad Max Fury Road, miglior film dello scorso anno, al colossal Star Wars Il risveglio della Forza, per passare al piccolo schermo con l’intrepida Jessica Jones, abbiamo visto come la figura femminile è diventata eroina e protagonista indiscussa. Niente più donzelle pronte ad essere salvate, niente più giovani fanciulle indifese in attesa del loro principe azzurro, ma a rubare la scena sono donne forti, indipendenti, audaci, che non hanno più bisogno di un uomo, che si tratti di sconfiggere un feroce tiranno o uno psicopatico capace di controllare le menti altri.
Ma se il 2015 ha segnato una precisa e netta inversione di marcia, il 2016 non sarà da meno. Il 28 gennaio esce nelle nostre sale Joy, il nuovo film di David O. Russell, che segna la terza collaborazione con il trio delle meraviglie, Jennifer Lawrence, Bradley Cooper e Robert De Niro, in cui – manco a dirlo – la protagonista assoluta è una donna, divorziata, madre di famiglia e con tante idee creative per la testa, in un film che rafforza ancora di più questa nuova tendenza.
Sin da piccola Joy era una bambina creativa, che amava inventare e sperimentare, ma anche 17 anni dopo, diventata una donna adulta, nonostante il divorzio dei genitori, il suo divorzio, i bambini e le difficoltà finanziare, non è pronta a rinunciare ai propri sogni e alle proprie idee. Joy decide allora di brevettare un mocio innovativo, che la porterà a indebitarsi e ipotecare la propria casa, lottando contro lo scetticismo del padre (De Niro), le bizzarie della madre fan accanita di soap-opera e l’ostilità della sorellastra. Dalla sua, Joy avrà solo la nonna Mimi, che racconterà la sua incredibile storia.
Il film di David O. Russell parte nei migliori dei modi. Sono proprio i primi venti minuti a funzionare meglio, i più divertenti ed esilaranti dell’intero film in cui conosciamo i componenti della bizzarra famiglia di Joy Mangano, madre, padre, figli, nonna, ex marito, tutti sotto lo stesso tetto. Ma superata la mezz’ora del film, in cui grazie ad alcuni incubi ricorrenti – una trovata fin troppo banale – Joy decide di prendere finalmente in mano la sua vita, inizia a farsi strada la delusione, mentre assistiamo alla creazione del prodotto e agli estenuanti tentativi della protagonista per avere un finanziatore, la nuova fidanzata del padre – una meravigliosa Isabella Rossellini – e successivamente vendere il prodotto in tv, grazie all’aiuto di Neil Walker (Bradley Cooper).
La prima parte più brillante e accattivante viene messa da parte, a favore di una narrazione meno incisiva e senza particolari guizzi di originalità. La sceneggiatura cade spesso in cliché e frasi ad effetto che fanno storcere fin troppo il naso, così come il montaggio lascia perplessi e la regia non aggiunge nulla in più a un racconto che riesce comunque a coinvolgere e appassionare, solo grazie alla splendida e bravissima protagonista.
Perché se David O. Russell delude le aspettative, a non deludere è Jennifer Lawrence. Il film poggia interamente sulle spalle dell’attrice, che regala un’altra ottima performance che le è valso un Golden Globe e l’ennesima nomination agli Academy Awards – è l’attrice più giovane in assoluto ad aver ricevuto 4 nomination agli Oscar. Il resto del cast, da De Niro a Cooper, a Édgar Ramírez sono solo comprimari che ruotano intorno alla protagonista, senza spiccare mai veramente. Ma del resto non poteva essere altrimenti. ”Ispirato a storie vere di donne coraggiose. Una in particolare”. È così che inizia la pellicola, poco prima che parta la voice over della nonna Mimi, che racconta la storia di una di queste donne forti, indipendenti, ostinate e tenaci. Donne che non hanno bisogno del principe, come afferma la stessa Joy bambina all’inizio del film.
L’ultimo film di David O. Russell dunque – nonostante i suoi numerosi limiti e difetti – si attesta come una piacevole conferma di questa significativa rotta intrapresa dai cineasti, una nuova direzione guidata da donne moderne, che proseguirà spedita anche nei prossimi mesi. Il 4 febbraio farà capolino nelle nostre sale PPZ – Pride + Prejudice + Zombies (un’originale rivisitazione del classico di Jane Austen, in cui le protagoniste sono donne armate fino ai denti), mentre l’8 marzo – la festa della donna – sarà la volta di Suffragette (in cui si narra la nascita del movimento femminista). Insomma, possiamo dire ”Il futuro è donna?”. Pare proprio di sì.
Manuela Stacca