Napoli – Tanta partecipazione, ieri mattina, all’assemblea speciale per la salute negata, nella sala d’attesa dell’ospedale San Paolo, a Fuorigrotta. L’iniziativa, organizzata dal movimento Bagnoli Libera, ha visto la partecipazione di operatori dell’ospedale stesso, oltre che rappresentanti dei sindacati Cisl, Uil, Usb e Nursing Up, e gente del quartiere.
Il San Paolo sta attraversando un momento quanto mai difficile, data la riduzione di fondi e risorse (chiusura di reparti specialistici, mancanza di macchinari adatti per le cure, diminuzione dei posti letti da 300 a 120, carenza del personale). Durante la manifestazione i terminali del nosocomio sono stati bloccati, così come tutti i computer dei presidi ospedalieri dell’area Asl Napoli 1.
La situazione sanitaria in Campania è molto difficile, in primis a causa dei vergognosi tagli alla sanità del governo Renzi (7 miliardi dal 2015 al 2017), e poi a causa di una legge firmata da Calderoli che distribuisce i fondi destinati alla sanità in base all’aspettativa di vita della regione. La Campania è una delle regioni che in Italia ha un’aspettativa di vita tra le più basse. Ciò a causa delle tante discariche presenti e dei tanti disastri ambientali causati da affaristi di bassa lega e privi di scrupoli, come a Bagnoli, che minano irrimediabilmente la salute di chi vive questi luoghi.
Ed è proprio da Bagnoli che sembra debba partire la spinta per il cambiamento. Questo quartiere, così tanto tartassato e ridotto a “terra di nessuno”, ha avuto la forza qualche settimana fa di occupare la propria municipalità e pretendere un’assemblea popolare a cui possano partecipare tutti i cittadini, non solo i politicanti che si spartiscono le ricchezze seduti a tavolino.
L’assemblea ha portato alla luce una situazione disastrosa: il San Paolo, che una volta era un fiore all’occhiello della sanità napoletana (soprattutto per il reparto pediatria) rischia la chiusura. “Siamo diventati semplicemente un ospedale di passaggio” – afferma un dipendente – “Siccome qui il pronto soccorso non funziona, dobbiamo ridurci a caricare la persona da soccorrere su di un’ambulanza e trasportarla d’urgenza in uno dei grandi ospedali collinari (Cardarelli, Monaldi etc). Qui arrivano ogni mese circa sessanta infartuati. Il venti per cento di essi muore perché noi non abbiamo la possibilità di offrire il soccorso necessario”
“Ci costringono a fare gli straordinari, a lavorare in condizioni pessime e senza la possibilità di prestare realmente soccorso” – ci dice un altro operatore – “Dicono che non vogliono chiudere il San Paolo, ma già l’anno scorso ci chiusero le sale operatorie con la scusa che mancavano gli anestesisti, e poi, dopo la chiusura dei poliambulatori di Bagnoli (via D’Alessandro), Cavalleggeri (via Venezia Giulia) e Fuorigrotta (via Caravaggio), c’è poco da stare tranquilli. Io non capisco se chi si occupa della sanità è un incompetente o è semplicemente in malafede. Chiediamo di non essere abbandonati. Lo chiediamo alle istituzioni e alla cittadinanza. Appena abbasseremo la guardia l’ospedale verrà chiuso. Qui manca perfino la carta igienica”.
Quello che traspare è l’ormai avviata idea di lasciar morire il settore pubblico a favore dei privati. Tra poco chi non potrà permettersi gli assurdi ticket (i più cari in Italia) rinuncerà a curare la propria salute, chi non potrà acquistare i libri e pagare le salate tasse rinuncerà a studiare e ci saranno disagi ancora più alti per i pendolari, a causa dell’eterna crisi del trasporto pubblico.
“Bagnoli ci ha messo anni per cacciare chi l’aveva avvelenata” – afferma Eduardo Sorge “Ma il governo Renzi, coi suoi provvedimenti criminali e il commissariamento del quartiere ha fatto sì che gli assassini che hanno avvelenato la nostra terra tornino a vomitare i loro veleni e ad arricchirsi sui nostri morti. Quest’assemblea è solo l’apripista per la grande manifestazione del 26, quando Renzi cercherà di andarsi a comprare i voti di Confindustria”.
Ed è proprio sulla manifestazione del 26 novembre che adesso sono puntati i riflettori. Giovedì infatti è in programma un incontro tra Renzi, Delrio, e i vertici di Confindustria, oltre che la presenza del presidente della Regione, De Luca, e del sindaco De Magistris. I presenti all’assemblea di ieri per la salute negata hanno giurato che ci saranno. E probabilmente la cittadinanza non sarà da meno.
Domenico Vitale