La lotta contro la chiusura del San Gennaro continua. Dopo che il Direttore generale dell’Asl Napoli ha respinto le richieste dei cittadini (blocco dei trasferimenti dei reparti e lavoratori e apertura di un tavolo tecnico), quest’ultimi proseguono con la mobilitazione.
Questa mattina i cittadini si sono dati appuntamento fuori all’ospedale e hanno dato inizio al corteo. Si contano 300 partecipanti, tra abitanti del rione, studenti, movimenti e associazioni. Dall’ospedale i manifestanti si sono diretti nella zona del Museo provocando un blocco stradale durato per più di un’ora. Il corteo è terminato agli uffici della Regione Campania a Santa Lucia dove i cittadini hanno nuovamente espresso la volontà di incontrare Vincenzo De Luca che, però, non si è presentato.
De Luca in un primo momento ha rassicurato i cittadini sulla ricoversione della struttura ospedaliera ridefinendole i compiti e le funzioni. Nulla di tutto quello che è stato detto ha una valenza certa. La cittadinanza chiede chiarezza. Dopo l’ennesimo rifiuto i cittadini sono ritornati all’ospedale San Gennaro per formare un’assemblea. La Sanità, e in generale tutta Napoli, si è schierata contro il piano regionale attuato dal Governatore che prevede la trasformazione dell’ospedale in un presidio privato. Il San Gennaro è l’unico ospedale del quartiere, ma è anche uno dei pochi sul territorio che è sempre stato funzionante.
I cittadini continueranno la battaglia domani alle 18.00 fuori alla chiesa San Vincenzo nella Sanità in cui si riformerà un’assemblea per discutere sul da farsi. Il San Gennaro subisce tagli già a partire dal 2011 quando molte divisioni vennero eliminate e accorpate ad altri presidi e venne chiuso il pronto soccorso, fatta eccezione per quello ostetrico. Per questo i ricoveri venivano effettuati solo attraverso liste di attese. Gli slogan di stamane parlavano chiaro: “Sanità negata De Luca ridacci l’ospedale”.
Maria Baldares