Un mistero lungo 400 anni quello che aleggia intorno alla cosiddetta Pala Radolovich, un dipinto commissionato a Caravaggio dal mercante croato Niccolò Radolovich, che rappresenterebbe una Madonna con il suo bambino circondata da una schiera di cherubini e santi.
Così è scritto nel documento trovato nell’Archivio Storico del Banco di Napoli, testo che risale al 1600, periodo in cui il maestro soggiornò nella città campana per un anno, precisamente nei Quartieri Spagnoli, dopo la fuga da Roma.
È proprio qui che la leggenda vuole che il mercante Radolovich abbia incontrato Caravaggio, già famosissimo all’epoca, e gli abbia commissionato quest’opera. Della Pala non si seppe mai nulla: nessun ritrovamento, nessun frammento, nessun indizio. Poi trent’anni fa la svolta: venne ritrovata una causale di pagamento dal direttore dell’Archivio, Eduardo Nappi, del valore di 400 ducati.
La ricostruzione dell’opera, uno dei più grandi gialli artistici di sempre, sarà presentata in un imperdibile appuntamento culturale presso il Cartastorie, il museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli (via dei Tribunali, 214) il 27 ottobre 2016, alle ore 19.00, in anteprima mondiale.
Il mistero, tuttavia, resta: cosa ne è stato di quell’opera? È stata davvero realizzata e poi perduta oppure mai conclusa? Ad oggi, tutto ciò che sappiamo è che fu commissionata e che avrebbe dovuto avere l’aspetto descritto nelle carte ritrovate nell’Archivio Storico di Napoli: “Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200. E per lui a Michel Angelo Caravaggio, che l’ha da fare et consignare per tutto dicembre prossimo venturo d’altezza palmi 13 e mezzo et larghezza di palmi 8 e mezzo con le figure cioè di sopra, l’Imagine della Madonna col Bambino in braccio cinta di cori d’Angeli et di sotto S. Domenico et S. Francesco nel mezzo abbracciati insieme dalla man dritta S. Nicolò et dalla man manca S. Vito.“
Maria Pisani