Nella notte tra il 17 e il 18 settembre l’ex Asilo Filangieri, centro sociale e culturale che anima il centro storico di Napoli, è stato vittima di un’aggressione a stampo nazifascista. Forzando l’ingresso e tentando di accedere alla porta del Refettorio interno alla struttura, i teppisti hanno avuto modo di segnare i muri dell’Asilo con svastiche e simboli osceni, vandalizzando così un luogo simbolo di aggregazione e rinascita culturale del quartiere.
La gravità dell’aggressione da parte dei neonazisti emerge soprattutto se si mette in prospettiva quanto accaduto: a pochi giorni dalle elezioni politiche, nate sotto il cattivo auspicio della probabile elezione di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio dei Ministri, a Napoli una forza neonazista mette in mostra i propri simboli, in un luogo che ha fatto dell’antifascismo la propria bandiera attraverso la riabilitazione dal basso di un luogo destinato all’abbandono e la diffusione (sacrosanta) della sottocultura e degli ideali di inclusione e antirazzismo che contraddistinguono lo spirito repubblicano, intrinsecamente antifascista. Il neonazismo e ogni forma di fascismo, purtroppo, non sono morti, e sono diversi i segnali che ci indicano una resurrezione delle loro idee malsane, a partire dalla matrice fascista del partito di Meloni, Fratelli d’Italia, evidente già dalla fiamma tricolore che campeggia nel suo simbolo, fino ad arrivare alle recenti inchieste portate avanti da Fanpage, che testimoniano l’appoggio esplicito di gruppi neonazisti come Forza Nuova a diversi partiti politici, alcuni di questi candidati anche alle elezioni del 25 settembre.
Tutto questo accade nel silenzio della sinistra istituzionale, rappresentata a Napoli dal Sindaco Gaetano Manfredi, ex Rettore dell’Università di Napoli Federico II e Ministro dell’Università e della Ricerca durante il governo Conte II. Non una parola di solidarietà è stata spesa da parte del Sindaco, il quale in un post su Facebook del 19 settembre ha piuttosto preferito scomodare San Gennaro, invitando il nostro patrono a pensarci lui a proteggere la sua città dilaniata da demoni e contraddizioni.
L’urlo di rabbia e dissenso è invece salito dal basso, dal popolo che non si rassegna alla violenza dell’aggressione neonazista. La musica della Scalzabanda ha animato Piazza San Gaetano, adiacente l’Asilo, assieme a diverse attività organizzate proprio all’interno della struttura: assieme ai ragazzƏ dello Spartak San Gennaro, lo sport popolare ha fatto nascere aggregazione e speranza. Il collettivo I’m gay-trans. Any problem? ha organizzato la sua prima assemblea aperta al pubblico, mentre l’orto e l’ingresso sono stati sede di diverse iniziative, dall’aperitivo sociale alla riabilitazione dell’androne, fino ad arrivare alla jam hip-hop che si è tenuta in serata.
LƏ cittadinƏ hanno dato, quindi, la loro risposta unanime alle intimidazioni neonaziste: di fronte alle minacce si reagisce con la forza dell’aggregazione e dei valori, anche quando questi vengono ignorati da chi avrebbe il compito di difenderci. Anche perché, come è noto, a chi si dichiara antifascista piace un unico tipo di fascio, quello di friarielli.
Giulia Imbimbo