Clima estremo: in Canada la conferma di una crisi globale
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Il clima estremo è sempre più causa di eventi tragici. Lo conferma quel che è accaduto poche settimane fa nel Nord dell’America, per la precisione in Canada, dove si sono toccati per la prima volta i 52°C. Un record che dimostra quanto il cambiamento climatico sia ormai una realtà consolidata che ci tocca quotidianamente e contro cui bisogna agire in maniera immediata.

Clima estremo: verso il punto di non ritorno

I ghiacciai sulle creste delle nostre montagne sono sempre più “piccoli”, cioè si ritirano a causa dell’elevate temperature estive che accelerano il processo di fusione. Cosi come un’altra causa sono le alte temperature e le scarse precipitazioni nevose troppo brevi in inverno. Un chiaro segnale che il nostro clima è cambiato è sta proseguendo verso una direzione di “non ritorno”. I 52° dimostrano lo stato effettivo della realtà attuale.

Il rispetto degli accorgi di Parigi non sono più rimandabili: lo stanno evidenziando a gran voce i ragazzi di Fridays For Future, moltissimi climatologi, scienziati del mondo intero. Eppure sembra che le cose vadano in tutto il pianeta, nella direzione opposta. L’emergenza climatica, pur essendo un emergenza, non è percepita come tale.

Il contenimento della temperatura sotto gli 1.5° (previsti dall’accordo di Parigi del 2015) sono ormai quasi una pura utopia se tutte le nazioni mondiali non attueranno interventi decisivi per ridurre le emissioni inquinanti e in particolare quelle climalteranti. Soltanto affrontando l’emergenza climatica si potranno ridurre gli effetti devastanti.

Il clima è sempre più caldo ed estremo. Toccati i 52° in Canada.
FONTE IMMAGINE: nonsoloambiente.it

L’immigrazione climatica

Con l’aumento delle temperature moltissimi territori stanno diventando e continueranno a diventare invivibili a causa di inondazioni, clima estremo, siccità, desertificazione e altri eventi che colpiranno soprattutto quei luoghi dove la popolazione mondiale è più povera. L’emergenza climatica costringerà numerose persone a spostarsi in quei territori che più riusciranno ad adattarsi al clima che cambia. Un dato, questo, spesso non tenuto in considerazione dalla politica, che anzi approfitta della paura delle persone per ottenere consensi.

Gli effetti del cambiamento climatico

Gli effetti dei cambiamenti climatici e del conseguente clima estremo sono già ben visibili alle nostre latitudini. A Torino, qualche giorno fa, un violento temporale ha portato con sé una violentissima grandinata con chicchi grossi quanto una mela, causando la rottura di tetti, parabrezza della auto e caduta di rami. Altri eventi di distruzione si sono verificati nelle regioni del sud come Sicilia e Calabria, territori che mostrano i primi grandi segnali di desertificazione accentuati anche dagli incendi dolosi nel periodo estivo.

La scarsità, l’irregolarità, la potenza delle precipitazioni dimostrano che ormai il clima è cambiato e la nostra casa, il pianeta Terra, è sempre più caldo.

Un altro evidente segno del clima estremo è evidenziato dalle gravi conseguenze sull’agricoltura. In tante regioni italiane, specie del sud, prendono sempre più piede le coltivazioni di frutti che prima crescevano solo nelle zone tropicali. Proprio a causa delle tropicalizzazione del clima mediterraneo assistiamo infatti a unaumento di piantumazioni di alberi quali avocado e mango.

L’unico modo per mitigare il disastro climatico è ridurre le emissioni climalteranti sempre più alte e presenti in atmosfera, come la CO2. Utilizzando le fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici, pale eoliche), piantumare nuovi alberi nelle nostre città bollenti, evitare sprechi, cambiare le nostre economie puntando, ad esempio, sull’agricoltura biologica, a km0 che permette una riduzione dei trasporti su lunghe tratte. Cambiando l’approccio economico puntando su economia più sostenibile, di fatto, affronteremo l’emergenza climatica in maniera più efficace.

Ottavio Currà

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