Chi ha studiato letteratura sa che una sinestesia, in campo poetico, è una figura retorica che accosta due parole appartenenti a due piani sensoriali diversi; per fare un esempio possiamo riferirci a quella creata da De Andrè nella sua canzone Il sogno di Maria con la frase “corsi a vedere il colore del vento“.
È stato però recentemente scoperto che la sinestesia non è solo un espediente letterario bensì anche un fenomeno sensoriale che solo pochissime persone al mondo possono sperimentare: una di queste è Melissa McCracken.
Sin da piccola, l’americana Melissa, è stata affetta da questa condizione neurologica che stimola diversi sensi allo stesso tempo, tra cui udito, olfatto, vista, tatto e gusto, mischiandoli e dando vita ad una fusione di questi. La ragazza ha la capacità di vedere la musica, cioè, ogni qual volta che sente un suono contemporaneamente vede dei colori. Per spiegare perfettamente cosa Melissa veda ascoltando una canzone ha deciso di dipingere dei quadri spettacolari che riportano esattamente le sensazioni che scaturiscono dal cuore e dagli occhi della giovane che afferma: “Io dipingo la musica”.
Melissa McCraken ha poi spiegato rigurado la sua sinestesia “Fino all’età di quindici anni credevo che tutti vedessero constantemente colori. Colori nei libri, colori nelle formule matematiche, colori ai concerti. Ma, quando ho finalmente chiesto a mio fratello di che colore fosse la lettera C ( giallo canarino, comunque ), ho realizzato che la mia mente non fosse tanto normale come ero solita credere.”
Ed infatti, secondo uno studio condotto da David Brang e Vilayanur Ramachandran del dipartimento di psicologia della University of California e pubblicato su Plos Biology, il fenomeno della sinestesia riguarda tra il 2 e il 4 per cento della popolazione, e nel 40% dei casi la condizione ha una componente genetica.
“Fondamentalmente, il mio cervello ha molti più collegamenti tra un senso e l’altro. Io sento la sensazione “sbagliata” a determinati stimoli. Ogni lettera e ogni numero per me hanno un colore e i giorni dell’anno girano attorno al mio corpo come se avessero un determinato posto nello spazio. Ma il più bel “malfunzionamento” del mio cervello è vedere la musica che sento che scorre in una miscela di tonalità, strutture e movimenti che si spostano come se fossero degli elementi vitali ed intenzionali di ogni canzone.”
“Avere la sinestesia – conclude Melissa – non distrae e non disorienta. Aggiunge una vibrazione unica al mio mondo.”
Intervista in lingua originale qui.
Daniela Diodato