Le indagini, partite nel lontano 2014 e avviate dal nucleo investigativo del comando di Mercato San Severino, hanno condotto l’operazione anticamorra allo smantellamento del clan Fezza – D’Auria Petrosino, sodalizio originario di Pagani ma operante in gran parte del lato nord della provincia.
Gli arresti, eseguiti su ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno coinvolto nell’operazione anticamorra quasi tutta la zona nord del capoluogo di provincia: Mercato San Severino, Baronissi, Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani e Scafati fino ad arrivare ad alcuni comuni dell’hinterland napoletano.
Oltre duecento i militari coinvolti nell’operazione di esecuzione dell’ordinanza che ha visto il supporto di unità cinofile e elicotteri: dei trentratré arrestati, ventidue sono stati condotti in carcere e undici costretti agli arresti domiciliari.
Nell’ambito dell’operazione anticamorra è stato inoltre tratto in arresto un appartenente al clan, su cui pendeva un mandato di cattura fin dal 2014. L’operazione ha previsto anche il fermo per diversi assuntori di sostanze e al sequestro delle stesse, tra cui cocaina e hashish.
Soddisfatto di come si siano svolte le indagini il procuratore Lembo, intervistato da Salerno Notizie dopo la conferenza stampa che annunciava gli arresti, risultato dell’operazione anticamorra:
“Le operazioni anticamorra non devono partire solo dalle istituzioni. Un grande contributo sarebbe quello dei cittadini, che devono imparare ha riconoscere e denunciare anche i piccoli reati apparentemente non di stampo camorristico“. Le parole del procuratore sembrano calzare a pennello: proprio alcuni giorni fa aveva luogo a Ponticelli la Giornata della Memoria e Dell’Impegno con Libera, un momento importante di riflessione sul compito che ognuno ha di denuncia e di controllo.
Lembo tiene poi a sottolineare quanto sia ormai stretto il rapporto tra associazioni camorristiche e imprese:
“Se la camorra è divenuta imprenditrice è anche e soprattutto grazie ad imprenditori che se prima ricattati, hanno poi tratto vantaggio dalla concussione camorristica, passando dal ruolo di vittime a quello di carnefici“.
Angela Avallone