“Viera. Un’italiana del ’23” di Paola Mattioli
Ph. Laura Fuhrman

L’opera biografica “Viera. Un’italiana del ’23” di Paola Mattioli ha una genesi che merita di essere raccontata direttamente dalle parole della sua autrice: «Un giorno, trovai sulla libreria un quaderno in pelle verde, profilato di camoscio. Era tenuto bene, all’interno di un’agenda, avvolto scrupolosamente come fosse un regalo. Lo aprii lentamente per paura di rovinarlo. Riconobbi subito la calligrafia di mia madre e il cuore mi balzò in petto. Le prime righe mi portarono indietro nel tempo, ai ricordi di una vita passata. A pensieri e parole mai detti, racchiusi in un quaderno dimenticato, o lasciato per essere ritrovato».

Paola Mattioli, figlia dell’italiana Viera Bruni, si rende conto di avere tra le mani delle parole emozionanti e significative. Sua madre ha infatti scritto, giorno dopo giorno, della sua vita: da quando era piccola, fino a quanta paura patita durante la guerra e al dolore per le perdite che, inevitabilmente, subiamo nel corso della nostra vita.
È una testimonianza sincera e commuovente quella di Viera. Il racconto di un’esistenza semplice, comune a molte persone vissute nei primi anni del Novecento, che potrebbe essere narrata dai nostri nonni – o bisnonni – e che, per questo motivo, ha un valore inestimabile.

Uno dei pregi dell’opera è quello di creare un’atmosfera intima, in cui si ha la sensazione che Viera ci stia guardando negli occhi e stia raccontando la sua storia: una vicenda affascinante, legata allo scoppio della Seconda guerra mondiale, che ha cambiato i destini di tutti gli italiani. Una volta sfollata da Bologna, per la famiglia Bruni ha inizio un lungo peregrinaggio che consentisse di sfuggire alle incursioni aeree. Per chi non ha vissuto la guerra è difficile comprendere il terrore della fuga, e il dolore di lasciare la propria casa. Ancora, e ancora. Viera perde tutto, ma non la speranza; si fa coraggio e, all’età di soli sedici anni, combatte per la propria vita e per la sopravvivenza della sua famiglia. Nonostante sia così giovane, deve assistere alla sofferenza e alla morte di tante – troppe – persone; deve imparare a curare i feriti, e deve patire il freddo, la fame, le malattie. Riesce, però, a trovare un motivo per andare avanti: la comunione con le altre persone. Ed è lei stessa ad affermare che «non bisogna mai disperare. Nella sofferenza, quando è comune a tutti, si trova vera fratellanza perché ognuno di noi dà il meglio di sé».
Un messaggio importante, che mai come oggi deve servire a ricordare a tutti l’importanza di restare uniti, di non combatterci ma aiutarci a vicenda.

SINOSSI DELLA BIOGRAFIA

In un quaderno verde, Viera Bruni – un’italiana nata nel 1923 – ha tenuto appunti e ricordi delle sue più intime esperienze. La figlia Paola Mattioli ha voluto trascriverle e redigerle, perché le persone a lei care possano avere in dono la testimonianza di una vita, e trarne insegnamento.


“Viera. Un’italiana del ’23” di Paola Mattioli

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Paola Mattioli (Bologna, 1962) scopre la magia e la bellezza dello scrivere durante gli anni delle scuole superiori. Per motivi lavorativi, questa passione s’interrompe per un lungo periodo di tempo e riprende dopo la morte della madre, avvenuta nel 2006. È in questa fase della sua vita che lo scrivere per lei diventa necessario, essenziale, tanto da descriverlo come “un’esperienza che le fa attraversare momenti speciali, unici, di silenzio interiore”.
Pubblica, con Edizioni Pendragon, le opere “Al di là del cielo” (Pendragon, 2015), “A piccoli passi” (Pendragon, 2017), “Viera. Un’italiana del ‘23” (Pendragon, 2018) e con Europa Edizioni “Vorrei…” (Europa Edizioni, 2019).

Recensione a cura dell’Ufficio stampa Il Taccuino

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