È scomparso prematuramente il Governo dei Migliori. Ne danno il triste annuncio lo spread oltre 200 punti, l’inflazione all’8%, i carburanti a 2 euro al litro, le bollette raddoppiate, la povertà ai massimi storici, gli ottantamila contagi al giorno, la carenza d’acqua. La cerimonia funebre si svolgerà domenica 25 settembre, dalle 7.00 alle 23.00, in ogni seggio d’Italia. Si dispensa da leggi elettorali, transizioni ecologiche, salari minimi, eutanasie, lotte all’evasione e alle mafie.
Che malinconie inessenziali, che attitudini funeste adombrano il nostro Eden dorato. Mentre Draghi ascende al cielo osannato dai cori celesti delle cancellerie d’Europa, il paese che ha osato ripudiare il dono divino della tecnocrazia si vede condannato a un esilio di tenebra e perdizione.
Ma che eredità lascia il Governo dei Migliori, oltre a un probabilissimo governo di estrema destra guidato da Giorgia Meloni? Un dibattito parlamentare scarno e retorico (come l’ultimo discorso del premier dimissionario: una stucchevole melassa appiccicata ai luoghi comuni del bene nazionale e del fare la cosa giusta), una polverizzazione dei partiti che hanno sostenuto la maggioranza (scissioni per il M5S, diaspore da Forza Italia), una gestione farraginosa dei fondi del PNRR, un tessuto sociale sempre più sfilacciato e in procinto di strapparsi.
Forse che Draghi, da scavato uomo di finanza, abbia fiutato la tempesta perfetta che sta per abbattersi sull’Italia, abbandonando il timone della nave prima di essere risucchiato dai flutti? In effetti – e questo va comunque riconosciuto – la congiuntura storica di pandemia, guerra, siccità e crisi energetica si avvicina spaventosamente a uno scenario da Apocalisse; ma è qui che gli apostoli della finanza hanno mostrato i propri limiti umani.
Incapace di concepire un cambio di paradigma, il Governo dei Migliori si è limitato a seguire i dettami e a svolgere il compitino: prima il profitto, poi le persone. Così, mentre una stampa vergognosamente asservita alimentava la narrazione del reddito di cittadinanza come Frutto del Peccato e causa di ogni male, il massimo della strategia che si riusciva a proporre era la pace o i condizionatori. E il popolo che vive a 35° da due mesi ha scelto, giustamente, i condizionatori.
Per cui no, non rimpiangeremo il Governo dei Migliori: e di sicuro ci lamenteremo anche di quelli che verranno dopo – il Governo dei Mediocri, dei Così Così e dei Capitati Lì Per Sbaglio. Ma nessuno si azzardi a dire che è stato fatto “per il bene del paese”: dopo la crisi pandemica, la crisi climatica, la crisi energetica, la crisi idrica e la crisi di governo risparmiateci almeno l’ipo-crisi-a.
Emanuele Tanzilli