Nei giorni in cui si parla di Italia in leggera crescita, a San Vitaliano chiude lo storico salumificio Spiezia.
Venerdì scorso la decisione, da parte dei proprietari, di mettere lo storico Salumificio Spiezia in liquidazione dopo 110 anni di attività. La crisi inesorabile che dura ormai da anni ha portato già alla chiusura di numerosissime attività industriali e commerciali, con la conseguente perdita di posti di lavoro.
I dipendenti del salumificio hanno iniziato, in questi giorni, a mobilitarsi per scongiurare i licenziamenti e sperare in un rilancio dello stabilimento produttivo. Intanto, già circola la notizia dell’idea di una cordata di imprenditori che potrebbero salvare il salumificio Spiezia e i parlamentari Paolo Russo, Ciccio Ferrara e Massimiliano Manfredi hanno inviato un documento al Mise per chiederne un intervento immediato.
Occorrerebbero circa cinque o sei milioni di euro per poter alleggerire sin da subito la pesante situazione economica dello stabilimento. Numeri non insormontabili che portano il sindaco di San Vitaliano, Antonio Falcone, ad essere positivamente speranzoso.
Intanto la tensione e la preoccupazione sono altissime nelle 84 famiglie che si ritroverebbero improvvisamente senza lavoro e senza reddito. Un colpo durissimo che può e deve essere evitato.
Il Salumificio Spiezia ha origini lontane. Nel 1907 tutto iniziò con Nonna Rosa, generosa donna del piccolo borgo di San Vitaliano che avviò con successo la sua attività di produttrice di salumi che avevano, ed hanno anche oggi, un ingrediente segreto che la dolce Nonna Rosa custodiva in un libro. Questo libro si è tramandato di generazione in generazione giungendo fino ad oggi.
La storia ed il sacrificio della famiglia fondatrice ci ha consegnato uno stabilimento produttivo di oltre 16.000 mq in cui si produce l’intera gamma di salumi italiani (capacità di insacco settimanale di 1200 quintali), il tutto con riconosciuta ed apprezzata qualità. Tutto ciò non può andare perso.
Salvatore Annona