Proprio l’Irlanda, paese cattolico per eccellenza, si mostra decisamente favorevole ai matrimoni gay.
L’approvazione del 62,1% della popolazione ha completamente eclissato il restante 37,9%, scrivendo così una nuova pagina della storia, che vede l’Irlanda acquistare un primato non indifferente quale prima nazione a far passare per una consultazione popolare la legalizzazione dei matrimoni omosessuali.

Il risultato del referendum era stato anticipato da un tweet del ministro per le pari opportunità Aodhan O’Riordain.
“I’m calling it.
Key boxes opened.
It’s a yes.
And a landslide across Dublin.
And I’m so proud to be Irish today.”

Scrive entusiasta il ministro, consapevole di aver raggiunto un importante obiettivo allegandosi a tutti quei paesi che già hanno iniziato questo articolato cammino (Olanda, Belgio, Danimarca, Argentina, Spagna, Francia, Uruguay, Canada, Sudafrica, Svezia, Inghilterra, Slovenia, Galles, Portogallo, Islanda, Nuova Zelanda, Messico, Norvegia, Brasile, Finlandia e Usa, in 38 Stati).
Positivi anche i commenti di Kevin Humphrey, orgoglioso della maggioranza dei “sì” nel suo distretto a sud-est di Dublino. Ma i due ministri non sono i soli a prendere parola.

David Quinn ed il premier Enda Kenny si dichiarano ottimisti ed evidenziano sia l’importanza di questa maggioranza che il messaggio pionieristico mandato dagli irlandesi. In particolare Kenny commenta “Dalla prospettiva di una persona giovane, in particolare per quelli che hanno viaggiato da chissà dove a chissà dove per mettere un segno sulla scheda, ciò mostra il valore della questione e l’importanza della politica.”

Il ministro della Salute Leo Varadkar definisce “Un faro, una luce di libertà e uguaglianza per il resto del mondo” l’importante evento. Il ministro ha inoltre smesso di nascondere la sua omosessualità da quando il governo ha scelto di sostenere il cambiamento della Costituzione. “Saremo il primo Paese nel mondo a custodire l’uguaglianza nel matrimonio nella nostra Carta” continua “e a farlo con un mandato popolare. In questo giorno è un orgoglio essere irlandesi”.

La campagna a favore del matrimonio tra omosessuali ha quindi visto dalla sua numerosi politici con l’eccezione dello scarso impegno di alcuni backbenchers, gli esponenti più conservatori del Fianna Fail e del Fine Gael, espressione delle aree rurali. Questi hanno però deciso di non esporsi più di tanto, timorosi (o troppo scrupolosi) per le elezioni del prossimo anno.
Questo lato della medaglia è capeggiato da John Murray, attivista di primo piano e membro del think tank, che non può far altro che incassare la dura sconfitta.
Di fronte a queste reazioni e a questi risultati schiaccianti, gli abitanti di Dublino hanno invaso le strade con i loro abiti variopinti per festeggiare ed assistere al decreto finale.

Importante in quest’atmosfera di festeggiamenti sono stati anche i giovani. Sono infatti 66mila i ragazzi che hanno deciso di dir la propria e cambiare almeno in parte la loro realtà. Hanno così aggiunto i loro nomi nei registri elettorali, portando il numero dei votanti della fascia 18-25 anni a circa 400mila.
“È bello vedere un Paese in cui tutti sono trattati in modo eguale”, ha affermato invece Richard Branson, il patron di Virgin. Ma intanto qualche problemino lo ritroviamo in ambito religioso. La chiesa irlandese si è infatti divisa in due e dopo la vittoria del “sì” l’arcivescovo di Dublino e Primate d’Irlanda, Diarmuid Martin, ha parlato di “rivoluzione sociale”. “La Chiesa ora deve fare i conti con la realtà”, afferma, aggiungendo che sarà un compito difficile far comprendere il messaggio del cattolicesimo ai giovani e ai più scettici.

Alessia Sicuro

Alessia Sicuro
Classe '95, ha conseguito una laurea magistrale in filologia moderna presso l'Università di Napoli Federico II. Dal 2022 è una docente di lettere e con costanza cerca di trasmettere ai suoi alunni l'amore per la conoscenza e la bellezza che solo un animo curioso può riuscire a carpire. Contestualmente, la scrittura si rivela una costante che riesce a far tenere insieme tutti i pezzi di una vita in formazione.

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