Netflix è ormai la maggior azienda al mondo nella distribuzione in streaming di film e serie tv. Dal 2013, anno in cui ha ampliato la produzione cinematografica e televisiva (oltre alla distribuzione online), la società californiana ha cambiato il modo di concepire il cinema e la sua fruizione. Come spesso accade nella storia dell’uomo in rapporto all’innovazione tecnologica, il mutamento porta con sé dubbi, incertezze, prospettive settaristiche prive di fondamento. Anche nel caso di Netflix si sono sollevate questioni che hanno portato ad un’insidiosa e forse futile faziosità: lo streaming online sta distruggendo il cinema in sala o contribuisce al suo sviluppo?
LA CINEFILIA CONSERVATRICE CONTRO NETFLIX
Gran parte delle critiche scagliate alla piattaforma muovono da un semplice assunto: una pellicola non destinata ad una fruizione interna alla sala cinematografica non è giudicabile come un film propriamente inteso. Tale è la motivazione principale del noto divorzio tra Netflix e Festival di Cannes, in seguito al clamore dell’edizione del 2017, in cui i due film targati Netflix “Okja” di Bong Joon-ho e “The Meyerowitz Stories” di Noah Baumbach furono fischiati dalla giuria a causa della produzione. Il presidente di giuria di quell’anno Pedro Almodovar disse che «lo schermo su cui si vede un film non dovrebbe essere più piccolo della poltrona su cui si è seduti». Dal 2018 il Festival di Cannes non presenta in concorso film che non siano passati per la sala cinematografica. In quella che il Guardian ha definito una “guerra fredda” per il futuro del cinema, nomi importanti per la storia della settima arte si sono schierati dalla parte più “conservatrice”. Il regista Cristopher Nolan, durante un’intervista per l’uscita del film “Dunkirk” (2017), alla domanda «Lavoreresti mai con Netflix?» rispose:«No. Ma d’altronde perché dovrei? Se fai un film per il cinema, si suppone che venga proiettato in sala».
“IPSE DIXIT” A PARTE
D’altro canto è innegabile che Netflix abbia permesso negli ultimi anni la creazione di veri e propri capolavori del cinema, che essi siano trasmessi in sala o in streaming. Lo ha compreso David Lynch, il quale se in un primo momento trovava come un ostacolo alla visione pura del film la fruizione online, nel gennaio del 2020 fa uscire sulla piattaforma il corto “What Did Jack Do?”, girato tre anni prima ed irreperibile poiché proiettato in una sola occasione. La stessa recente edizione degli Oscar ha visto Netflix vincitrice in partenza per quanto riguarda le candidature per le statuette: 24 nomination portano la piattaforma streaming a vincere le altre case di produzione, soltanto 10 per l’epopea già cult “The Irishman” di Martin Scorzese (che non avremmo avuto senza Netflix), seguito da “Storia di un matrimonio”, “I due papi” ed altre cinque pellicole.
POLTRONA O DIVANO? NETFLIX O SALA?
Al di là delle logiche di mercato dei rispettivi business, Netflix e sala possono e devono entrare in una solida simbiosi che ha come comune obiettivo l’arte cinematografica. Molto spesso film prodotti dalla piattaforma e distribuiti online sono risultati un successo al botteghino nelle sale cinematografiche, seppur per periodi limitati o per eventi speciali. “Sulla mia pelle” (2018) fu distribuito in Italia contemporaneamente nelle sale e su Netflix ed ebbe un notevole riscontro nelle prime settimane di uscita. L’ultimo film di Scorsese già citato, sebbene sia uscito in pochissime sale italiane, ha sbancato al botteghino. Will Smith, durante il Festival di Cannes del 2017, rispose ad Almodovar: «A casa mia Netflix ha fatto solo bene [e ha fatto sì che i miei figli] possano vedere cose che altrimenti non vedrebbero mai, perché ci sono film che non sono trasmessi in nessun cinema entro 10mila chilometri da dove loro stanno».
La questione non si risolve ovviamente in una scelta faziosa, ma in una scelta di interessi relativamente individuali, che hanno comunque nel cinema il loro compimento, al di là del mezzo o luogo di espressione o fruizione. La sala è il teatro del cinema, il palco su cui va in scena la pellicola, il luogo in cui si è totalmente immersi in essa. Chi ha a cuore le emozioni lì provate, non indugia a tornarci ogni qual volta ci si sente trasportati dalla curiosità della passione. Invece Netflix è un nuovo e diverso modo di vivere il cinema, più comodo, forse meno trasportante della sala cinematografica, ma che ha contribuito e sta contribuendo al suo sviluppo. Oltre alla produzione di film acclamati dalla critica, il sito streaming ha permesso anche ai più giovani di disporre di una cineteca online sempre usufruibile, contrastando l’imperante pirateria e coltivando la passione per il cinema. Netflix è la tipica rivoluzione che solleva ansie e paure, l’ignoto tecnologico pronto (per molti) ad uccidere il passato, così come lo erano le videocassette o i DVD. Ma la sala non è morta. Il cambiamento si risolve nel processo storico ed ogni tentativo presente di previsione è vano. Schierarsi è inutile, pensare a quanto Netflix e in generale lo streaming possa offrire al cinema è positivo.
Luca Longo
“Netflix è la tipica rivoluzione che solleva ansie e paure, l’ignoto tecnologico pronto (per molti) ad uccidere il passato, così come lo erano le videocassette o i DVD. Ma la sala non è morta.” Attenzione che il paragone non credo sia esatto. Netflix raccoglie in sè sia produzione che distribuzione, cosa che invece VHS e DVD non hanno mai fatto. Inoltre Netflix sta mostrando un atteggiamento monopolistico molto aggressivo ed un circuito chiuso del “prodotto cinema” che mira a gestire in esclusiva molti dei passaggi che una volta erano in capo a diverse figure del processo. Credo sia questo ciò che fa paura a molti e che, effettivamente, può destare qualche dubbio. Creare un monopolio che comprenda al suo interno una nuova modalità di distribuzione iper massiva data dallo streaming solo per i suoi abbonati può creare delle situazioni di esclusivismo spinto. In ogni caso, stremo a vedere! Un saluto, grazie per l’articolo.
emozioni lì provate, non indugia