Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e l’amministratore delegato del gruppo Poste Italiane Francesco Caio hanno da poco dato notizia che l’operazione di privatizzazione, da tempo annunciata, è destinata a concretizzarsi. Il 40% del capitale verrà quotato e il restante 60% resterà nelle mani dello Stato. L’avvio dell‘IPO è previsto ad agosto e lo sbarco in Borsa a fine ottobre.

La quotazione era già prevista lo scorso anno, ma ha subito forti rallentamenti. La bozza del prospetto informatico è quasi pronta e il prossimo mese arriverà in Consob, mentre per il nulla osta delle autorità bisognerà attendere il mese di settembre. Il Tesoro ha affermato che “l’operazione sta rispettando la tabella di marcia e che verranno riservate quote rilevanti delle azioni ai piccoli risparmiatori e privilegi specifici per i dipendenti azionisti”.

Secondo le stime Poste Italiane ha un valore di mercato che si aggira intorno agli 11 miliardi di euro e la sua privatizzazione farebbe guadagnare allo Stato tra i 3,2 ai 4 miliardi di euro, che andrebbero ad alleggerire il debito pubblico di 2.200 miliardi di euro. L’obiettivo del Governo è di racimolare 12 miliardi dalle privatizzazioni da destinare al saldo delle passività.  A detta di economisti e banchieri l’approdo sul mercato di Poste Italiane beneficia di una forte associazione con la stagione di riforme, rinnovamento e modernizzazione del Paese nella quale è impegnato il Governo. L’operazione è percepita come un simbolo del cambiamento in atto nel Paese.

Giudizi più che positivi anche dal noto quotidiano britannico Financial Times che ha definito l’operazione “la più grande dismissione italiana dalla privatizzazione  dell’Enel del 1999″.  La partita delle privatizzazioni e’ entrata nel vivo e l’obiettivo del Governo è di tagliare la linea del traguardo entro il prossimo anno. Per quanto riguarda Poste Italiane l’obiettivo è quasi raggiunto: le prossime aziende saranno Enav, Fs e Grandi Stazioni. 

Vincenzo Nicoletti 

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