Enrico Ruggeri, il felice binomio tra musica e sport
Foto di Stefania Alati

Enrico Ruggeri nasce a Milano il 5 giugno 1957. All’età di quindici anni fonda il suo primo gruppo, i Marmellata Friend. Nel 1977 nascono i Decibel, band con la quale incide, nel 1978, il primo omonimo album; il disco non ha, purtroppo, il successo sperato.

I primi riscontri positivi in termini di ascolti arrivano con la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “Contessa” (musica di Fulvio Muzio, testo di Enrico Ruggeri) e l’album “Vivo da re“, prodotto da Shel Shapiro.

Nel 1981 Enrico Ruggeri intraprende la sua carriera da solista. Da allora, sia come interprete che come autore, il suo percorso nel mondo della musica è stato un susseguirsi di successi entrati nella storia della discografia nostrana.

All’attività di musicista e interprete, ormai da svariati anni, Ruggeri affianca l’attività di scrittore di libri e poesie e di conduttore televisivo. Insomma, un artista a trecentosessanta gradi. È anche presidente della Nazionale Italiana Cantanti (NIC), non solo per l’esperienza maturata in campo, ma, anche e soprattutto, perché vive di calcio, oltreché di musica.

Ecco la breve intervista che ha rilasciato Enrico Ruggeri ai nostri microfoni in merito la sua attività di presidente della Nazionale Italiana Cantanti.

A esattamente quarantaquattro anni dalla sua nascita, la Nazionale Italiana Cantanti ha ancora lo stesso entusiasmo degli inizi e raccoglie molte adesioni fra i giovani cantanti. Quanto è importante, secondo il parere di Enrico Ruggeri, il contributo individuale?

«Il contributo individuale è fondamentale, non solo per aiutarci a riempire gli stadi, visto che ogni nuovo cantante attira sugli spalti nuovi spettatori, ma, anche e anzitutto, perché molti i noi si sono presi a cuore vari progetti in diverse parti del mondo, molti contribuiscono al lungo lavoro di preparazione e sensibilizzazione che avviene prima delle partite.»

A quali progetti rivolgete la vostra attenzione?

«Ce ne sarebbero davvero tanti, i principali sono due. Collaboriamo con Telethon per la ricerca, in special modo per quanto riguarda le malattie infantili. Con il contributo di Raoul Bova, abbiamo costruito, nella periferia di Roma, un centro di accoglienza chiamato Parco Tutti Insieme. Il nostro impegno è a tutto tondo, per la difesa dei più deboli, in ogni parte del mondo. Questo ci tengo a dirlo, parola di Enrico Ruggeri!»

Il vostro inno – nonché canzone, interpretata da Enrico Ruggeri, Gianni Morandi e Umberto Tozzi, vincitrice del Festival di Sanremo del 1987 – è “Si può dare di più“, scritta proprio a sostegno della Nazionale Italiana Cantanti. Una frase celebre contenuta nel brano del brano è “si può dare di più, senza essere eroi“. Chi sono gli eroi di oggi?

«I veri eroi di oggi sono quelli – per fortuna sono tanti! – che danno vita a quell’universo sotterraneo di volontari che, quotidianamente, stando lontani dai riflettori, si adoperano per migliorare le condizioni di vita dei meno fortunati.»

A detta di Enrico Ruggeri, quanto è importante, con la musica, raccontare e testimoniare le sofferenze del mondo, di cui spesso i media si occupano nelle fasi più calde, salvo poi disinteressarsene?

«La musica ha sempre avuto un grande effetto nel sensibilizzare le coscienze, i musicisti sono gli unici che non hanno mai tradito. Chi fa musica, soprattutto se milita nella Nazionale Italiana Cantanti, ha ben chiaro quanto sia importante mettere la propria fortuna a vantaggio di chi fortuna ne ha ben poca.»

Vi allenate in vista delle partite o vi trovate, solo ed esclusivamente, in campo?

«Ognuno di noi si impegna a presentarsi alle partite nella miglior forma possibile. Io, ad esempio, gioco a calcio tutte le volte che posso. Ogni tanto facciamo dei ritiri tutti assieme. Abbiamo in formazione diversi elementi che hanno dimostrato la propria tecnica. Devo dire che anche la schiera dei giovani che è entrata, recentemente, a far parte della squadra è molto agguerrita. Se non ci avete mai visti giocare vi invito personalmente allo stadio in occasione della prossima Partita del Cuore oppure a mettervi comodi davanti alla TV; vedrete se ho ragione o no!»

Vincenzo Nicoletti

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