Il ritratto di Martin Luther King è il nuovo capolavoro dello street artist di origini olandese Jorit Agoch. Nella periferia est di Napoli, nei pressi di Barra, il volto del premio Nobel americano appare nell’ultimo lavoro dell’artista, unendosi alla ricca e variopinta “Human Tribe”.
La Human Tribe è la grande comunità umana creata da Jorit Agoch per rappresentare i volti umani più simbolici del panorama mondiale sotto forma di murales. Attraverso i volti di Ilaria Cucchi, Nelson Mandela, Pierpaolo Pasolini, Maradona e San Gennaro Jorit Agoch ha fatto del suo atto creativo una vera e propria rivoluzione. Cercando di andare al di là della mera rappresentazione ogni gesto artistico assume, oltre che qualità estetiche, un profondo significato di sfida e denuncia.
All’inizio di questo 2020 l’attenzione dell’artista si sposta verso le periferie della sua città, creando un nuovo capolavoro che porta il nome di Martin Luther King, leader della lotta nonviolenta per i diritti degli afroamericani. Una scelta sicuramente forte e densa di significato, ricaduta su un uomo che ha fatto dell’antirazzismo e del pacifismo la sua essenza e missione di vita, sia a livello politico che personale.
Il murale di Martin Luther King: “I have a dream, qual è il tuo sogno?”
All’uscita della Circumvesuviana, tra via Chiaromonte e via Egidio Velotti, sulla facciata grigia di un edificio collocato nelle periferia del quartiere di Barra, l’artista partenopeo scrive a carattere cubitali: “I have a dream, qual è il tuo sogno?“. Proseguendo poi, con la sua immancabile bomboletta spray, alla costruzione di un vero mosaico di parole dalla forte componente emotiva: dignità e lavoro, essere felici qui, fine della guerra. Dopodiché la decisione di coprire il messaggio con un maxi murale di 15 metri che ritrae questa volta un uomo: Martin Luther King.
Ad essere emblematica non è tanto la tecnica artistica utilizzata, tratto ormai distintivo dello street artist, bensì la scelta del soggetto e la posizione in cui collocarlo. Il volto di un personaggio storico così importante, situato in una zona di terra, nella quale i sogni e le speranze sembrano essere utopie lontane, risulta incarnare un esempio esplicito di riqualificazione sia sociale che culturale. A Napoli est il grigio degli edifici viene così sovrastato da colori nuovi e da una frase emblema della lotta per i diritti civili: “I have a dream”.
Il tema del nuovo murale con il ritratto di Martin Luther King è quindi quello del sogno inteso come speranza per il futuro in un quartiere che, a detta dei residenti, si sente spesso abbandonato. In questo spazio di periferia i più giovani (ma non solo) desiderano la realizzazione di tre fondamentali diritti: lavoro, emancipazione e miglioramento sociale. Il lavoro artistico si inserisce, in questo modo, all’interno di un contesto urbano attivo che chiede risposte e cambiamenti. Il volto di Martin Luther King esemplifica le fattezze di una richiesta urgente di miglioria pubblica, un marchio in grado di identificare l’area est della città come un’area nuova, un luogo in cui non regna più solo il buio e il degrado, bensì esistono possibilità: sia di riscatto che culturali.
Speranza e futuro per Napoli Est
In occasione dell’inaugurazione dell’opera dell’artista partenopeo raffigurante il ritratto di Martin Luther King, sono state molte le voci di speranza e gioia chiamate in supporto all’iniziativa. L’installazione del murale, rientrante nel progetto “Codici (d’arte) a Barra” della cooperativa Il tappeto di Iqbal e promosso dalla Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, con il sostegno della Regione Campania, è stata riconosciuta come un’iniziativa pubblica volta a dare sostegno e futuro a un territorio “quasi dimenticato”.
Tra le voci più importanti riecheggia quella dell’Assessore all’Istruzione Lucia Fortini, che spiega come l’inaugurazione del nuovo murale dell’artista Jorit Agoch e le iniziative culturali di “Codici (d’arte) a Barra” auspicano di essere testimonianze di un processo sociale che mira principalmente alla riqualificazione. Attraverso la denuncia artistica e l’impegno politico, tutto ciò può giungere ad una concreta svolta: «La Regione sta sostenendo con forza in tante aree del nostro territorio ma soprattutto la rappresentazione del sogno di riscatto di un’interà comunità. Non a caso l’opera ritrae la figura simbolo di Martin Luther King e la potenza del suo messaggio: I have a dream».
Anche le parole di Salvatore Cortini, direttore del Centro sociale Casa mia- Emilio Nitti, sembrano giudicare positivamente la missione artistica di Jorit Agoch: «Sono veramente felice dell’iniziativa. Aver scelto King e aver richiamato la sua lotta nonviolenta per i diritti civili e per un mondo senza pregiudizi, ingiustizie, razzismo, violenza ha un forte impatto in questo territorio così depresso. In questa periferia prevale la trascuratezza di una amministrazione che è sorda e cieca; gli spazi istituzionali vengono occupati dalla criminalità e questo è veramente mortificante per chi, come noi, lavora sul territorio svolgendo tutti i giorni un’attività sociale, culturale e di accoglienza».
Un territorio definito “depresso” e con “poca speranza” trova proprio in un semplice murale una nuova forma di bellezza, un colore autentico e positivo. Una bellezza artistica che possa sempre essere, sia oggi che in futuro, una fonte di ispirazione e forza per lottare contro chi imbratta i muri con il sangue, anziché con i colori della vita.
«Questo murales, come gli altri realizzati da Jorit, donano bellezza a questo territorio. È anche da queste iniziative che dobbiamo ripartire, dal lavoro con i ragazzi nelle scuole per poter veramente realizzare il riscatto di tutta questa area metropolitana».
Marta Barbera
Fonte immagine di copertina: NapoliRepubblica.it