Orfani di femminicidio
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Quando pensiamo al femminicidio non includiamo spontaneamente tra le persone colpite gli affetti. Buona parte delle vittime è madre di bambinə e ragazzə, spesso spettatorə della violenza dal primo schiaffo fino alla morte.

Gli orfani di femminicidio, infatti, sono lə figliə di madri che perdono la vita per mano del loro partner. In sostanza, sono bambinə e adolescenti che subiscono sia il lutto per la morte della madre, o di entrambi genitori in caso di suicidio dell’assassino, che il trauma per le immagini acquisite unitamente alle conseguenze psicologiche che ne derivano, che lə accompagneranno per tutta la vita.

Quanti sono gli orfani di femminicidio in Italia

In Italia, lə bambinə e ragazzə rimastə orfani dopo un femminicidio sono tantissimi anche se, ad oggi, è impossibile quantificare il numero. A questo scopo, di recente è stato istituito Osservatorio Nazionale sugli Orfani di Femminicidi. Tra i pochi dati disponibili sul fenomeno, un’indagine della Commissione parlamentare sul femminicidio del 2022 ha stimato che nel biennio 2017/2018 sono stati 169 gli orfani di femminicidio e che il 39,6% era minorenne al momento della tragedia. Fino a pochi anni fa non esisteva neanche una specifica fattispecie di tutela legale o psicologica: la prima legge a tutela è stata introdotta nel 2018.

La legge 4/2018: cosa prevede

La legge n.4 del 2018 rappresenta il primo strumento a tutela dei cosiddetti orfani speciali. Nello specifico, la disposizione assicura il gratuito patrocinio legale nel caso si voglia intraprendere un’azione legale nei confronti dell’assassino. Oltre alla tutela legale, con questa legge gli orfani di femminicidio possono godere di assistenza medico psicologica gratuita e di particolari misure volte a garantire il diritto allo studio e all’avviamento al lavoro e avere la possibilità di cambiare cognome nel caso lo ritengano opportuno. 

Infine, con questa legge si assicura che strumenti come la pensione di reversibilità o la proprietà dei beni appartenenti alla vittima di femminicidio vengano direttamente affidati allə figliə e non al coniuge assassino. Sul campo, la maggior parte del lavoro viene svolta dalle realtà come progetto R.E.S.P.I.R.O.

Progetto R.E.S.P.I.R.O ed altre realtà in Italia

La Rete di sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con Orfani speciali è un progetto della Cooperativa sociale “IRENE ‘95”. Vincitore del bando “A braccia aperte”, il progetto nasce nel per sostenere gli orfani speciali e i loro caregiver. È attivo nelle regioni del Sud e delle Isole e, attraverso l’aiuto di circa 80 persone tra educatori, psicologi e legali, prendono in carico lə ragazzə e intervengono per aiutare a gestire le situazioni traumatiche come, per esempio, la metabolizzazione della notizia della morte della madre, l’esperienza del funerale e il rientro in classe, poi lə introducono a diverse attività e terapie che cercano di lavorare sul trauma. Inoltre, il progetto R.E.S.P.I.R.O. si è occupato di campagne di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere e dei femminicidi oltre che su quello degli orfani speciali.

Insieme al Progetto R.E.S.P.I.R.O., gli altri vincitori del bando come il progetto AIRONE della Cooperativa “Il Giardino Segreto”, attivo nelle regioni del Centro, e i progetti Orphan of Femicide Invisible Victim della Cooperativa sociale Iside e S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali dei Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus, attivi nelle regioni del Nord, cercano di individuare e seguire questə ragazzə a cui è stata portata via la mamma in un vortice di violenza che sembra non arrestarsi.

Benedetta Gravina 

Benedetta Gravina
Sono Benedetta, ho 27 anni (ma solo all'anagrafe, nell'animo sono ancora adolescente) e sono laureata in Lingue all'università di Roma "La Sapienza". Amo la musica, la lettura, l'antifascismo, i viaggi organizzati all'ultimo momento ma, prima di tutto, il mare: per me il suono delle onde rappresenta la più bella canzone mai composta.

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