Cari lettori di Libero Pensiero, bentrovati all’appuntamento settimanale con Il Mondo in Questione, la rubrica del sabato che seleziona per voi le news internazionali più interessanti della settimana! Scopriamole insieme:
VENEZUELA E ONU, NEGOZIATO SU QUESTIONI TERRITORIALI
Durante la “Conferencia Mundial Hábitat III” tenutasi a Quito, Ecuador, il Presidente del Venezuela Maduro ha incontrato il Segretario Generale dell’ONU uscente, Ban Ki-moon, in un vertice bilaterale tenutosi lo scorso lunedì 17 ottobre. Secondo fonti ufficiali del Governo venezuelano, i due avrebbero affrontato il tema delle rivendicazioni territoriali venezuelane sulla regione dell’Esequibo, al confine est del Venezuela, che attualmente fa parte della Guyana. Caracas ha storicamente contestato l’appartenenza dell’Esequibo prima all’Impero britannico, di cui la stessa Guyana faceva parte, e poi l’incorporazione del territorio conteso nel suo piccolo vicino ad est, divenuto indipendente nel 1966. È proprio da allora che, tra alterne vicende, si è trascinato un gioco diplomatico fatto di frequenti e anche aspre tensioni, e che ha visto tra i mediatori principali proprio le Nazioni Unite, che hanno sempre invitato alla pace e al negoziato. Nell’incontro di lunedì, quindi, Maduro ha confermato (diffondendo un documento ufficiale, resoconto dell’incontro con Ban) l’intenzione del suo Paese di procedere sulla via di negoziati pacifici, manifestando l’intenzione di arrivare a una soluzione che finalmente accontenti sia il Venezuela che la Guyana.
UNESCO VS ISRAELE, LA “POTENZA OCCUPANTE”. CRITICHE ALL’ITALIA
La risoluzione dell’UNESCO denominata “Palestina occupata”, malgrado la dura reazione di Israele in occasione della votazione del 13 ottobre, è stata ufficialmente adottata martedì 18 ottobre. Il testo del documento cita tra gli obiettivi la «salvaguardia del patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est», riferendosi a Israele come «Potenza Occupante», responsabile di violazioni. Ciò che viene chiesto alla nazione di Netanyahu è di «ripristinare lo Status Quo storico» che riconosce al Jordanian Awqaf Department (Religious Foundation) l’autorità sulla Spianata delle Moschee. A Israele vengono inoltre imputate la continua occupazione della Striscia di Gaza e le aggressioni ai danni di palestinesi. Il 18 ottobre tutte le nazioni votanti, ad eccezione del Messico che ha preferito astenersi, hanno confermato la posizione espressa in precedenza. La ripetuta astensione dell’Italia è stata criticata da Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, che ha pubblicato su La Stampa una lettera indirizzata a Mattarella, dove ribadisce che «Sulla base di una proposta di alcuni Paesi arabi, e con un’alzata di mano di altri che vi hanno aderito, è stata negata l’identità ebraica di Gerusalemme». Renzi, intervistato da Rtl 102.5, ha condannato l’astensione italiana, dichiarando che «Non si può continuare con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele».
VERTICE UE: OCCHI PUNTATI SULL’INTERVENTO RUSSO IN SIRIA
Giovedì 20 e venerdì 21 ottobre si è tenuto a Bruxelles il vertice dell’Unione Europea, per discutere principalmente di migrazioni e dei rapporti con la Russia. Preoccupa molto l’intervento di quest’ultima in Siria, soprattutto per le conseguenze dei suoi attacchi su Aleppo, la città maggiormente martoriata dal conflitto. I leader europei hanno condannato il regime siriano e il governo russo per la violazione dei diritti umani di migliaia di civili, vittime dei bombardamenti e degli scontri a fuoco. Drammatica la situazione umanitaria, che necessita di aiuti immediati alla popolazione civile e di un dialogo «con gli attori chiave nella regione su una transizione politica e sui preparativi per la riconciliazione e la ricostruzione postbellica». Al termine del primo giorno di riunione, il premier francese François Hollande ha confermato in conferenza stampa la linea d’azione dell’UE, già anticipata da Donald Tusk prima del vertice: per il momento nei confronti di Mosca non si attueranno sanzioni, ma restano «aperte tutte le opzioni», soprattutto in caso di ulteriori massacri. Debutto nel Consiglio per Theresa May, che ha sottolineato il pieno impegno del Regno Unito nel proprio ruolo da membro dell’UE, fino all’exit definitivo.
LIBIA: DIALOGO TRA LE OPPOSIZIONI AL GOVERNO DI AL-SARRĀJ
Le forze politiche che si oppongono al governo di Tripoli di Fāyez al-Sarrāj, sostenuto dalla comunità internazionale e dall’ONU, hanno intrapreso un percorso di dialogo. Lo scorso 18 ottobre, infatti, il premier del governo provvisorio di Tobruk, Abdullah al-Thani, ha incontrato il capo del Governo di salvezza nazionale degli islamisti, Khalifa Ghwell, che ha tentato un golpe a Tripoli contro al-Sarrāj. Le due fazioni hanno parlato della possibilità di formare un governo sostitutivo delle autorità di Tripoli. Al-Thani ha annunciato di aver presentato alla Camera dei rappresentanti di Tobruk il progetto di governo di Ghwell, sottolineando la natura amichevole dei loro rapporti e il fatto che questo avvicinamento abbia avuto inizio circa tre mesi fa.
USA E TURCHIA UNITE DALL’ISIS
Nell’ottica della sempre crescente tensione tra USA e Russia, non possono aver fatto piacere al Cremlino le recenti dichiarazioni di Peter Cook, il portavoce del Pentagono, che ha reso noto di come i rapporti militari tra USA e Turchia siano più saldi che mai. Ciò specie dopo l’arrivo ad Ankara del segretario alla Difesa Ashton Carter e l’incontro che questi ha tenuto con il presidente turco Erdoğan, il primo ministro Yıldırım e il ministro della Difesa Işık. «Entrambe le parti sono concordi nel mantenere frequenti scambi riguardo gli interessi di entrambe le parti, incluso il coordinamento e la trasparenza negli sforzi della coalizione per gestire l’ultima sconfitta dell’Isis» ha dichiarato Cook, confermando in maniera decisa l’appoggio statunitense alle operazioni militari turche.
Hanno collaborato: Sabrina Carnemolla, Rosa Ciglio, Ludovico Maremonti, Valerio Santori, Rosa Uliassi