Il diritto all’aborto torna nell’agenda mediatica, mai così forte e chiacchierato da quando, nel 1974, veniva approvata la legge 194 per depenalizzarlo. Il motivo è che Giorgia Meloni è diventata paladina del diritto a “non abortire”.
Giorgia Meloni si è pronunciata molto su come, secondo lei, le donne scelgano di abortire perché «ritengono di non avere un’altra strada» ed è per questo che il suo obiettivo sarà «dare la possibilità alle donne di non abortire, perché il diritto a non abortire non è stato sempre garantito». Questo decantato diritto a non abortire vuole garantirlo, come riportato nel programma di Fratelli d’Italia, attraverso la «piena applicazione della Legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione». Se la prevenzione è già garantita dalla legge, cosa potrebbe cambiare?
L’articolo 2, tra i vari punti, sancisce che «i consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza». Questa assistenza avviene già dal primo colloquio: secondo l’articolo 5 della legge 194, «il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna […] le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.» Una volta superato tutto questo iter e passati 7 giorni, se non si riscontra una soluzione diversa, alla donna è concesso abortire. Il piano di Giorgia Meloni è, sostanzialmente, quello di incentivare i centri di aiuto alla vita che sono collegati al Movimento pro vita, che agiscono cercando di convincere in tutti i modi la donna a non abortire anche quando è convinta di volerlo fare.
Sempre Giorgia Meloni, durante il dibattito con Enrico Letta, per Corriere Tv domanda: «Cosa c’è di così improponibile nel garantire il diritto a non abortire?». In realtà, questo diritto è garantito. L’unico diritto che non viene garantito è il diritto all’aborto perché in Italia il 70% dei ginecologi è obiettore di coscienza. Nelle Marche, Abruzzo e Umbria, da quando sono governati da Fratelli d’Italia, il tasso di medici obiettori è cresciuto maggiormente rispetto agli anni precedenti e, queste regioni, sono state palcoscenico di alcuni scandali. Nelle Marche, FdI ha cercato di imporre la sepoltura dei feti senza che le madri ne fossero a conoscenza. In Umbria Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi, ed Elisabetta Piccolotti, coordinatrice della segreteria nazionale di Sinistra italiana, hanno denunciato che le donne che voglio abortire sono costrette ad ascoltare il battito del feto. Anche sui social la pagina “IVG – Ho abortito e sto benissimo” ha pubblicato una serie di testimonianze di donne che hanno raccontato di aver subito ciò durante l’ecografia. Una pratica che strizza l’occhio alle simpatie europee di Giorgia Meloni, come il primo ministro ungherese Viktor Orbán che qualche giorno prima aveva approvato una legge per istituzionalizzare questa pratica.
Ospite al programma Mezz’ora in più, Giorgia Meloni ha dichiarato che non le risulta che in Italia sia stato negato ad una donna il diritto di abortire. Quando le è stato fatto notare che ci sono delle difficoltà nel ricevere l’interruzione volontaria di gravidanza ha sminuito la situazione affermando, con riferimento ai medici obiettori: «Vabbè, hanno avuto delle difficoltà, non è che noi possiamo costringere le persone a fare cose che in coscienza non si sentono di fare». Nella legge 194 è sancito il divieto dell’obiezione in struttura, eppure in Italia ci sono 74 ospedali che superano l’80% di obiettori di coscienza e 26 strutture arrivano al 100%.
«Io credo che l’equilibrio che si è creato, sia un equilibrio che attualmente tiene» – ha detto, ma in Italia c’è un disequilibrio che non tiene. La forza delle parole di Giorgia Meloni in un contesto politico, storico, sociale, che tende ad assoggettare il corpo della donna, sono pericolose e spaventano.
Gaia Russo