Da una recente ricerca condotta dai ricercatori dell’Australian University è stato possibile determinare la discendenza dell’ Homo floresiensis, l’ominide scoperto da antropologi australiani e indonesiani nella caverna di Liang Bua sull’isola di Flores (Indonesia).

Due studi pubblicati nel 2009 attribuivano all’uomo di Flores, conosciuto anche con il simpatico nome di ”Hobbit” a causa della sua altezza di circa un metro, due scenari evolutivi: la prima ipotesi è che si tratta di Homo sapiens affetto da malformazioni, mentre la seconda lo indica come un parente dell’Homo erectus evolutosi in Indonesia affetto da nanismo.

Nonostante i ritrovamenti di resti di elefanti e altri animali di dimensioni molto minori rispetto a quelle abituali in Indonesia entrambe le tesi sono state scartate. Grazie ad un’attenta analisi delle ossa di cranio, mascelle, denti, spalle, braccia e gambe condotta dal team in laboratorio è emerso che si tratta di una specie parente dell’Homo habilis vissuta tra i 50000 e 60000 anni fa.

Abbiamo scoperto che se si prova a collegare queste le specie all’interno dell’albero genealogico degli ominidi si ottengono risultati ben poco credibili. Le nostre analisi mostrano che nell’albero evolutivo l’Homo floresiensis era probabilmente una specie sorella dell’Homo habilis. Ciò significa che queste due specie hanno condiviso un antenato comune. È possibile che l’Homo floresiensis si sia evoluto in Africa e successivamente sia migrato, oppure l’antenato comune si è spostato dall’Africa e successivamente si è evoluto nell’Homo floresiensis da qualche parte.” ha spiegato la professoressa Debbie Argue, coordinatrice dello studio.

Secondo gli antropologi si tratterebbe, quindi, di una specie a sé. Per confermare la tesi bisognerebbe analizzare dei campioni genetici, ma a causa delle condizioni climatiche dell’isola la conservazione del DNA non è possibile. Lo studio della conformazione ossea dell’Homo floresiensis sembrerebbe, comunque, aver dato maggiori conferme sull’origine della specie e in attesa di ulteriori accertamenti l’ipotesi del team coordinato dalla professoressa Argue è ad oggi la più accreditata.

Vincenzo Nicoletti

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