Dopo la tragedia nel Mediterraneo avvenuta domenica, molte associazioni si sono schierate a favore di un intervento immediato dell’Europa e una nuova Mare Nostrum. È necessario che i vertici europei agiscano affinché si evitino altre stragi di questo tipo.
Un primo appello viene da Papa Francesco, che ha pregato per i migranti e da alcune associazioni religiose. Don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana, ha affermato «L’idea di un’Europa inespugnabile sta barcollando sotto i colpi di una umanità disperata che in fuga dai propri Paesi sta mostrando il volto peggiore degli effetti della globalizzazione» e poi ha aggiunto «Iniquità, conflitti, ideologie sono i fattori che determinano il costante aumento dei flussi di profughi verso il continente europeo».
«Ci indigna che si alzi la voce solo quando il numero di chi non sopravvive raggiunge livelli ‘eclatanti’» – afferma Pietro Barbieri, portavoce del Forum Terzo Settore – «Quasi ogni giorno c’è qualche migrante che perde la vita in mare e solo dall’inizio di quest’anno sono morte quasi 1.500 persone». Poi ha proseguito, «Numeri che non sono accettabili. Vite umane che devono essere tutelate. Non si può più gridare solamente la propria rabbia. Non si devono voltare le spalle». Poi, riferendosi alla politica ed in particolare a quella europea, ha concluso: «Servono fatti concreti. L’Europa, anche se non da sola, deve puntare i riflettori sul tema dell’immigrazione, sulle sue cause, sul fenomeno della tratta degli esseri umani».
Il Consiglio Nazionale dell’ARCI ha detto la sua a riguardo riunendosi a Roma il 18 e il 19 aprile per esprimere dolore e cordoglio per la morte dei 700 migranti, chiedendo al Governo italiano di ripristinare Mare Nostrum e di attuare politiche di accoglienza per evitare ulteriori stragi in mare.
Per il direttore delle ACLI Gianni Bottalico «Con quelle vite spezzate si compromette la dignità della comunità internazionale. In particolare insieme a questi nostri circa 700 fratelli e sorelle periti la notte scorsa nelle acque del Canale di Sicilia c’è il naufragio anche dell’Europa che è doppiamente colpevole: primo per non aver assunto il programma Mare Nostrum a livello europeo, come da noi chiesto alla scadenza di questo programma. E secondo: per non aver agito con fermezza e chiarezza nel combattere la destabilizzazione di vaste zone dell’Africa».
A detta della Fondazione Migrantes «È importante alimentare un piano sociale europeo che vada a rafforzare con risorse non solo l’accoglienza di chi chiede una protezione internazionale nelle sue diverse forme», senza dimenticare di «valutare forme nuove di riconoscimento in tempi brevi, che permettano una circolazione e una tutela dei richiedenti asilo in tutti e 28 i Paesi europei».
Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, ha commentato il naufragio così: «Se l’Unione europea non attiverà immediatamente un’operazione di ricerca e soccorso in mare almeno pari all’italiana Mare Nostrum la credibilità delle istituzioni europee, già compromessa, ne uscirà definitivamente sconfitta», e poi ha concluso: «Le parole e la costernazione non bastano più».
Anche per Save The Children è necessario intervenire. Afferma Valerio Neri: «Non possiamo far finta di niente: il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi” Poi la richiesta di “un vertice europeo urgente in cui si prendano decisioni concrete e immediatamente operative».
Associazioni di diverso stampo e interesse, ma con un obiettivo comune: sensibilizzare i Governi sulla questione accoglienza migranti. Si auspica che le loro parole ed impegno non siano vani.
Vincenzo Nicoletti