Quasi tutti conosceranno Giancarlo Siani, anche solo per sentito dire: “Giancarlo Siani, il giornalista-giornalista”, ma chi era davvero Giancarlo Siani?

Giancarlo Siani era un giovane giornalista che collaborava a scrivere fatti di cronaca nera, ma anche di istruzione, per la redazione de “il Mattino”. Egli era particolarmente affascinato dalla tematica della malavita e voleva in tutti i modi provare a contrastarla. Siani seguì una “strada” per raccontare varie alleanze create dai camorristi. Resta impressa soprattutto la giornata del 26 agosto del 1984, quando alcuni killer entrarono in una chiesa, dove molti bambini stavano prendendo la loro prima comunione, e cominciarono a sparare a raffica.

Successivamente riuscirono ad arrestare il boss Valentino Gionta, con l’aiuto dei Nuvoletta che volevano una tregua con i clan rivali; fu proprio in quel momento che Siani firmò la sua condanna. Giancarlo Siani va ricordato come un uomo coraggioso, ma anche irreprensibile. Egli si schierò senza paura, ma anche senza preoccuparsi delle conseguenze, contro questi “uomini” – se così possono essere definiti – senza un briciolo di moralità. Infatti, poco dopo aver compiuto 26 anni, Siani fu assassinato sotto casa da due sicari.

Un giovane giornalista dunque, pieno di forze, energie, idee, che voleva provare a cambiare il mondo e renderlo un posto migliore anche attraverso il suo operato, ucciso da uomini che pensavano che con la sua morte avrebbero portato via anche i suoi ideali e la sua voglia di giustizia.

Tutt’altro: ormai Giancarlo Siani l’hanno ucciso, ma le sue idee e tutto ciò che ci ha trasmesso con il suo coraggio non possono ucciderlo, distruggerlo, eliminarlo.

Noi ragazzi abbiamo il compito, il dovere, di continuare ciò che lui ha iniziato. Anche nei piccoli fatti di ogni giorno, rinunciando ad esempio ad una raccomandazione che ci viene offerta, rinunciando alla strada della camorra. Perché è facile diventare camorrista, mentre è molto più difficile allontanarsi da questa realtà che ci circonda.

Dobbiamo essere più forti per combatterla. Lo dobbiamo fare per tutti gli uomini uccisi per cercare di darci un futuro migliore, per i bambini che non possono giocare al parco per paura di trovarsi immersi in una sparatoria, per tutti coloro che dopo una certa ora hanno paura ad uscire per strada, lo dobbiamo fare per la libertà che ci spetta, per il nostro futuro, per noi. Perché la camorra non potrà mai vincere uccidendo un uomo, se le sue idee fanno parte di noi e, quindi, continuano ad esistere.

Maddi Di Ronza

Immagine: www.giancarlosiani.it

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