Enrico Mattei fu una delle personalità italiane più brillanti del ventesimo secolo. Nacque ad Acqualagna il 29 Aprile del 1906. Ottenne il diploma di scuola elementare a Casalbordino e frequentò successivamente la Regia Scuola Tecnica a Vasto. Durante questi anni, Mattei non mostrò una forte appetenza per gli studi e quindi lavorò da subito con il padre. Fu proprio lì che avvenne il primo contatto con i prodotti chimici, tra cui vernici e solventi. A vent’anni ottenne il suo primo ruolo dirigenziale, per poi trasferirsi successivamente a Milano dove intraprese la sua carriera imprenditoriale nel settore chimico a trent’anni. Nel 1936 sposò la ballerina austriaca Margherita Paulas. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale Mattei fu parte attiva del conflitto, si unì alla resistenza e fu anche arrestato dai fascisti riuscendo però a evadere. La Resistenza gli conferì la medaglia d’oro mentre Mark Wayne, generale statunitense, gli conferì la stella di bronzo per i suoi servizi.
Rientrò in Italia con l’obiettivo di ricostruire il Paese che riversava in condizioni disastrose. Nel 1945 fu nominato commissario per la liquidazione dell’AGIP, Azienda Generale Italiana Petroli, all’epoca una piccola azienda creata nel 1926 con il compito di ricercare il petrolio nella penisola italiana. Nonostante le numerose offerte americane di acquistare la società e la volontà del Governo italiano di volerla smantellare, Mattei decise di agire nel senso opposto e riorganizzò l’azienda, che nel 1956 confluì nell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI). L’AGIP fu parte importante anche di quell’ENI multinazionale e protagonista del miracolo economico che avvenne in Italia. Il lavoro di Mattei all’AGIP non fu semplice: nonostante le oltre 350 trivellazioni, il petrolio non venne trovato.
Mattei riteneva fosse un errore strategico chiudere l’unica società petrolifera statale in Italia. In questo periodo, la presenza degli americani in Italia fu molto importante: avevano salvato il Bel Paese e si preparavano a diventare parte integrante della politica europea con il Piano Marshall e il Patto Atlantico. L’obiettivo americano era quello di estendere il proprio potere economico, e intendevano farlo anche grazie al settore petrolifero.
Mattei, dopo il successo in Iran, ottenne il permesso di ricercare il metano nel Nord Italia trovandolo. Per la prima volta, gli italiani potevano avere il gas direttamente nelle loro case. Mattei divenne quindi una figura scomoda per gli americani. Infatti, il successo nella ricerca del metano lo sottopose alla pressione di quelle che proprio Mattei definì le “Sette Sorelle”, ovvero le principali compagnie petrolifere multinazionali quali le statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard oil of California (Socal), Gulf oil, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la britannica British petroleum.
Le “Sette Sorelle”, nate dagli Accordi di Achnacarry il 17 settembre 1928, creavano sostanzialmente un cartello che determinava le zone di estrazione del petrolio e i prezzi di vendita in modo che non vi fosse concorrenza tra di loro. Queste compagnie, per mantenere il monopolio di mercato, esercitavano grandi pressioni sui paesi che ricercavano una propria indipendenza energetica. L’Italia si annoverava tra questi paesi e fu proprio per questo motivo che le Sette Sorelle provarono più volte a minare la posizione di Mattei.
Evento importante fu il Red Line Agreement, firmato tra i partner della Turkish Petroleum Company (TPC), il 31 luglio 1928 dopo la scoperta del Baba Gurgur, un enorme giacimento petrolifero in Iraq. Lo scopo dell’accordo era formalizzare la struttura societaria della TPC e creare un cartello che precedette di quasi trent’anni la nascita dell’OPEC. L’accordo passò alla storia con questo nome poiché nel 1928, Calouste Gulbenkian, uomo d’affari armeno, tracciò una linea rossa su una mappa geografica. Questa linea, che seguiva i confini dell’Impero Ottomano nel 1914, copriva la Turchia, la penisola arabica e tutto il Medio Oriente dal Sinai all’Iraq. Il Kuwait non fu incluso perché all’epoca era un protettorato britannico.
A seguito di pressioni sempre più forti, Mattei decise di entrare in politica. Questa scelta gli diede la possibilità di conoscere molte personalità della scena politica italiana. Nel 1953 il governo De Gasperi lo nominò presidente dell’ENI. Mentre gli Stati Uniti d’America diventavano sempre più potenti e facevano ancora più pressioni sulla politica energetica indipendentista italiana, Mattei, grazie al lavoro di Nizzoli e Olivieri, rinnovava la pompa di benzina che divenne simbolo di potere nel mondo.
ENI trovò il petrolio in Italia nello stesso periodo ma presto ci si rese conto che le riserve non erano poi così grandi. Per questo motivo Mattei si rivolse ai paesi che erano grandi produttori di petrolio e gas. Non ci furono contatti solo con l’Iran, ma anche con altri paesi dell’Area MENA (Middle East and North Africa) e con l’Unione Sovietica. Mattei voleva che l’Italia avesse un peso nella politica energetica internazionale. Questi paesi erano caratterizzati da una forte instabilità politica ed istituzionale, la presenza coloniale di Francia e Regno Unito e gli USA in posizione dominante nello sfruttamento delle risorse energetiche.
Mattei, grazie alla sua visione politica, riuscì ad ottenere numerosi accordi multilaterali e bilaterali affermandosi come un interlocutore di spessore, rendendo ENI un protagonista importante. L’idea di Mattei era di valorizzare il paese produttore e non di sottometterlo alle regole delle politiche delle multinazionali, offrendo anche un supporto tecnico. Questi ideali elevarono la posizione dell’Italia e di Mattei, che però non negò mai il suo supporto al Patto Atlantico.
I rapporti internazionali si allargarono anche all’area URSS. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si ebbero i primi accordi commerciali tra Roma e Mosca. L’Italia otteneva così forniture di greggio ad un costo molto più basso di quello delle Sette Sorelle dando in cambio all’Unione Sovietica aiuti tecnici e forniture per la costruzione di oleodotti. Nel 1960, Mattei accompagnò Gronchi a Mosca in quella che fu la prima visita di un Capo di Stato occidentale in Unione Sovietica. Nello stesso periodo Mattei si avvicinò molto anche alla Cina attraverso accordi commerciali per i quali la reazione americana fu immediata: “il comportamento di Mattei e dell’Italia doveva preoccupare tutti”.
Tra il 10 e il 14 settembre 1960, durante la conferenza di Baghdad, fu firmato l’accordo che sancì la nascita dell’OPEC, conosciuta anche come l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio: Venezuela, Iraq, Iran, Kuwait e Arabia Saudita. Sebbene Mattei non abbia avuto un ruolo diretto nella sua creazione, molti gli attribuiscono un ruolo di influenza visti i suoi ideali e idee politiche.
La morte di Enrico Mattei è ancora avvolta nel mistero. Il 27 ottobre 1962, l’aereo che lo trasportava da Catania a Milano precipitò causandone la morte. Ne seguirono molteplici inchieste e speculazioni. La prima inchiesta si concluse nel 1966 e dichiarava che l’incidente era avvenuto per avaria del velivolo. La seconda del 1994 parlava per la prima volta di abbattimento del velivolo. Questo portò a ulteriori investigazioni che ipotizzarono la causa dell’incidente essere un ordigno installato da ignoti dietro al cruscotto mentre il velivolo era parcheggiato all’aeroporto di Fontanarossa, a Catania. Si suppose che l’attentato fosse stato ideato quando si seppe che Mattei non avrebbe lasciato volontariamente la presidenza dell’ENI che diventava sempre più pesante sul bilanciere internazionale. Anche questa inchiesta venne archiviata poiché gli elementi presentati non erano sufficienti ad affermare il carattere doloso di quanto accaduto.
Nonostante la nebbia che aleggia attorno alla sua morte, non si può negare affatto che Enrico Mattei sia stata una delle personalità più importanti e influenti del Novecento italiano.
Gianluca De Santis