Nel corso di una conferenza stampa della scorsa settimana il presidente uscente Barack Obama è sceso in campo contro la disinformazione online accusando le compagnie hi-tech di veicolare senza alcun filtro la diffusione di notizie false: “Se non ci preoccupiamo seriamente dei fatti, di ciò che vero e di ciò che non lo è, se non sappiamo discernere tra argomentazioni serie e propaganda, abbiamo dei problemi. Democrazie e prosperità economica potrebbero risultarne compromesse. ”
Le bufale hanno coinvolto più utenti rispetto alle notizie pubblicate da note testate americane nel periodo pre elettorale. Il sito d’informazione BuzzFedd ha pubblicato un’analisi secondo la quale le venti notizie false più seguite sui sociale hanno generato 8,7 milioni di condivisioni, reazioni e commenti, mentre testate come il New York Time, Washington Post, Huffington Post 7,4 milioni interazioni.
Tante sono state le pressioni che nei giorni scorsi le principali aziende del settore si sono da subito messe al lavoro per combattere la disinformazione. La prima ad annunciare misure a riguardo è stata Google: ”Da ora in avanti, restringeremo la visualizzazione di inserzioni sulle pagine che distorcono, falsificano o nascondono informazioni a proposito di un editore, di un suo contenuto o dello scopo principale di una proprietà Web.”.
Al momento non sono ancora chiare le modalità con cui il colosso di Mountain View agirà, ma qual che è certo è che bigG sta lavorando su una modifica della policy col fine di impedire ai siti di fake news l’utilizzo del network di advertising AdSense penalizzando così la diffusione di inserzioni sui siti che fanno disinformazione.
Pare che anche Facebook sia passata al contrattacco rispedendo le accuse al mittente. L’ideatore del noto social Mark Zuckenberg ha,infatti, dichiarato sulla propria pagina di essere fortemente intenzionato a voler risolvere il problema delle notizie false: ”Dobbiamo fare attenzione a non scoraggiare la condivisione di opinioni o limitare l’accesso a contenuti. Non volgiamo essere arbitri della verità, ma vogliamo poter contare su una comunità e su parti in cui abbiamo fiducia”.
L’azienda di Menlo Park è intenzionata ad attuare diverse soluzioni contro la misinformation: introdurre tecnologie che permetteranno agli utenti di segnalare le notizie false flaggando i contenuti come fake, una semplificazione dei meccanismi di segnalazione da parte degli utenti, l’aggiunta di etichette che segnalino la veridicità di una notizia e il taglio degli incentivi economici per chi produce falsi contenuti.
Il percorso che le Google e Facebook hanno deciso di intraprendere non è facile perchè azioni troppo restrittive potrebbero far gridare alla censura verso certe fonti andando a peggiorare la situazione. I rischi per le due compagnie sono molti, ma nonostante ciò si stanno muovendo per far fronte al problema. La guerra alle notizie false è iniziata!
Vincenzo Nicoletti