Non si deve modificare l’articolo 18 per chi già ce l’ha“. Così, il leader della Uil Luigi Angeletti si pone nei confronti della possibile modifica dell’articolo 18, mostrando tuttavia apertura al dialogo, per poi chiedere all’esecutivo “il coraggio politico di spiegare che cosa vuole fare con la legge delega”. Renzi, secondo l’esponente della Uil, se da un lato ha il potere di accogliere o meno le opinioni delle parti, deve anche avere il coraggio di spiegare le proprie azioni “come in tutti i paesi normali“. Per quanto riguarda le riforme del Jobs Act, queste dovrebbero muovere, secondo Angeletti, verso incentivi fiscali che rendano convenienti le assunzioni a tempo indeterminato.

Diverse risultano essere le opinioni del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, estremamente critico dell’articolo 18, definito come “un ostacolo agli investimenti, un vincolo insormontabile e una mantra che all’estero ci addossano”. Lo stesso Squinzi chiarisce come un’eventuale abolizione dovrebbe poi essere seguita dall’introduzione di un contratto a tempo indeterminato più flessibile, conveniente sia per i lavoratori, sia per gli imprenditori.  “Dobbiamo sostenere il governo Renzi, perché i provvedimenti trovino poi una effettiva attuazione” afferma poi, mostrando dunque il pieno appoggio alla strada delle riforme sul lavoro intrapresa da Renzi. Il numero uno di Confindustria si esprime pure sulla necessità di riforme in merito alla Cig, che dovrà rappresentare uno strumento efficace per aziende che hanno prospettive di rilancio, con una durata di massimo un anno.

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In disaccordo sull’introduzione di nuovi contratti risulta essere Pier Luigi Bersani, che ritiene quest’azione porterebbe “un’ulteriore segmentazione del mercato del lavoro“. Inoltre, Bersani mette in luce come la reintegra debba necessariamente restare: pur riconoscendo la lentezza dell’articolo 18, predilige un “intervento per farlo funzionare meglio, per accelerare tutto“. Sulla frattura interna al PD, invece, e sul possibile voto contro la proposta del governo, Bersani si dice “fiducioso che al di là delle asprezze, si trovi un punto di convergenza ed equilibrio”.

Io l’Italia voglio cambiarla davvero“. Questa la dichiarazione di Renzi intervistato dal Tg2, per poi affermare che “L’Italia deve cambiare: sono anni che continuiamo a cambiare il governo ma non le cose. E così come riformando la Costituzione non stiamo attentando alla democrazia”, con la riforma del lavoro vogliamo “rendere più semplice lavoro: nessuno vuole togliere diritti ma darli a chi non li ha avuti”. 

Dura la replica di Gianni Cuperlo. Egli si pronuncia sulla delega sul lavoro del premier definita ancora troppo vaga, affermando che “in Parlamento serve una discussione seria per fare del Jobs Act, non una bandierina da piantare per dividere il Paese e il PD, ma un un provvedimento che aiuti imprese e lavoratori a trovare una strada per la ripresa”.

Morena Grasso

 

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